Fotografia

Robert Frank, il più influente fotografo svizzero-americano del ventesimo secolo

The Americans di Robert Frank

“L’occhio dovrebbe imparare ad ascoltare prima di guardare” (Robert Frank)

È morto pochi giorni fa Robert Frank, considerato il padre dell’immagine istantanea, aveva il talento innato di saper immortalare un momento spontaneo al volo. Ci lascia a 94 anni il fotografo svizzero-americano tra i più influenti del ventesimo secolo.
Frank inizia a studiare la fotografia nel 1941, e fin da subito nasce un rapporto particolare tra quel giovane ragazzo e la sua macchina fotografica. Inizialmente lavora nel mondo della moda, ma i limiti imposti da quel settore non facevano per lui; così, tra il 1950 e 1955 inizia a muovere i passi nel mondo del fotogiornalismo e della street photography: in poco tempo le sue immagini vengono pubblicate su riviste importanti come quella di “LIFE”. I suoi scatti semplici e puri producono immagini suggestive e uniche, che oltrepassavano con grande fermezza quei confini imposti nel mondo della fotografia; confini, che pochi hanno osato oltrepassare.

Per riuscire a raccontare e spiegare l’essenza del lavoro e della persona che fu Robert Frank, forse un libro non basta; allora ci limitiamo umilmente a osservare un piccolo spiraglio del mondo catturato dalla sua macchina fotografica…

The Americans… un volume che raccoglie ben 83 immagini scattate tutte con la sua Leica da 35 mm: fotografie black & white che si focalizzano sulla vita americana, quella ai margini, totalmente trascurata e ben lontana dal “grande sogno americano”. Il libro viene pubblicato per la prima volta in Francia nel 1957 come Les Américains, poi in America nel 1959. Seppure sollevando diverse critiche e controversie negli Stati Uniti, il volume era e rimane tra le opere più rivoluzionarie nella storia della fotografia: ha ridefinito il “come un’immagine deve apparire” a favore di qualcosa di più profondo, personale, poetico ma soprattutto reale. Osservando le foto di The Americans, si nota lo stile crudo di Frank e la sua prospettiva tagliente sulla cultura e la società americana. È riuscito a catturare la vita di tutti i giorni come nessun’altro aveva saputo fare, in modo puro e semplice: la sua tecnica fotografica è diventata pietra miliare per le nuove generazioni di fotografi.

Le sue immagini rivelano l’esistenza di un abisso tra il “sogno americano” e la realtà, immortalano un popolo afflitto dal razzismo, mal servito dai politici e bombardato dal consumismo; ma è proprio nella sequenza di immagini come queste che riscopriamo una bellezza nuova, diversa e fresca. Queste fotografie non ci mostrano l’America degli anni ’50: ci fanno vivere l’America anni ’50. Siamo immediatamente attratti e catapultati in un tempo che non ci appartiene, eppure in qualche modo attraverso questi frammenti di realtà, riusciamo a catturarne l’essenza primitiva. Sono immagini stimolanti e sbalorditive che non necessitano di parole o descrizioni, parlano e raccontano da sé un istante di vita, immortalando una sottile testimonianza.

Ancora oggi il suo lavoro continua a modellare la fotografia contemporanea: ha contribuito a cambiare la direzione della fotografia, varcando nuovi orizzonti per il mondo del fotogiornalismo e dell’arte fotografica. Ha mostrato angoli di mondo dimenticati, riconoscendo la sofferenza e la lotta nella vita di tutti i giorni. Anche Frank ha vissuto tragedie nella sua vita personale: nel 1974 perse una figlia in un incidente aereo, poi nel 1994 suo figlio, che soffriva di schizofrenia, si tolse la vita.

A noi resta una certezza assoluta: Robert Frank sarà ricordato come uno dei più grandi fotografi del ventesimo secolo. Gli sopravvive la moglie, June Leaf.

MEA

 

 

 

 

 

 

 

 

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