Design

Smiljan Radić sarà ospite della SUPSI

Casa A, San Clemente, Maule Region, Cile, 2009

L’architetto cileno Smiljan Radić sarà ospite della SUPSI per una conferenza pubblica che si terrà il 4 aprile 2019, alle 17:30, presso l’Aula Magna del Campus Trevano a Canobbio.
La conferenza è organizzata dal Dipartimento ambiente costruzioni design della SUPSI in collaborazione con “Casabella-formazione” e rappresenta l’avvio di una collaborazione per futuri progetti e offerte relativi alla Formazione Continua SUPSI (Advanced Studies) per l’anno 2019-2020.

 

 

Serpentine Gallery Pavilion, Londra, Regno Unito, 2014

Smiljan Radić, architetto cileno riconosciuto a livello internazionale, con un approccio distintivo alla forma, ai materiali e alle ambientazioni naturali, crea per lo più progetti di piccole e medie dimensioni che trasmettono un senso di fragilità.

Nato a Santiago del Cile, Radić si è laureato presso la Scuola di Architettura della Universidad Católica de Chile e ha aperto il suo studio nel 1995. Ha per lo più costruito nel suo paese natale, dove è stato nominato il miglior architetto under 35 dal Chilean College of Architects nel 2001. L’American Academy of Arts and Letters di New York gli ha assegnato nel 2018 il premio Arnold W. Brunner Memorial Prize per architetti che abbiano dato un contributo significativo all’architettura come arte.

Mestizo Restaurant, Santiago, Cile, 2005-2007

Il suo lavoro si concentra principalmente su progetti su piccola scala – case, ristoranti e installazioni – che gli consentono di utilizzare tecniche di produzione artigianali ed evitare la produzione di massa. Radić ha anche sviluppato alcuni progetti più grandi negli ultimi anni, in particolare la VIK Winery e la ristrutturazione del Museo clieno di arte precolombiana a Santiago. Nel 2014 gli è stato affidato il progetto per il Serpentine Gallery Pavilion (alla sua la 14a edizione) ed è stato tra i sette architetti di fama internazionale selezionati per costruire le Fermate degli autobus nel villaggio austriaco di Krumbach. Inoltre, nel 2018 ha realizzato una cappella del Padiglione diffuso della Santa Sede sull’isola di San Giorgio Maggiore in occasione della 16a Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

Serpentine Gallery Pavilion, Londra, Regno Unito, 2014

Una delle sue opere più conosciute, il Serpentine Pavilion, Radić ha affrontato diversi temi essenziali del suo modo di intendere l’architettura. L’installazione consisteva in un guscio di vetroresina traslucido sospeso su grosse pietre di cava, che la curatrice Julia Peyton-Jones ha descritto come “un contenitore spaziale alieno che si è posato su un sito neolitico”; mentre lo stesso Radić ne ha evidenziato il carattere di “fatto a mano” e di “grezzo”. Radić utilizza materiali di diverso peso e densità per porre in tensione l’impermanente e ciò che è permanente, mettendo in discussione le categorie del Tempo e della Storia. In questo senso, egli concepisce questa fragilità del materiale come una qualità esperienziale che riflette la relazione tra gli individui e il proprio contesto.

Al di là dell’aspetto formale delle strutture fragili, lavorare all’interno della tradizione cilena di auto-costruzione richiede flessibilità per modificare il progetto e cambiare i materiali o le tecniche di costruzione. I progetti sono in continua evoluzione e non si trovano in uno stato permanente.

Il suo lavoro mette anche in discussione il carattere effimero dell’architettura in relazione al paesaggio. Al ristorante Mestizo, le pietre pesanti lavorano come pilastri per sostenere la struttura del tetto e fondersi con il paesaggio come elementi del giardino. Allo stesso modo, il suo progetto per l’Antenna Tower di Santiago, con la sua struttura leggera e fragile, minimizza i danni al paesaggio. La torre scompare come un fantasma nei giorni nuvolosi, conferendole un carattere instabile. La VIK Winery di Radić non potrebbe essere più diversa dalla torre – essendo per lo più sotterranea piuttosto che raggiungere il cielo – ma la sua architettura conserva un senso di fragilità; mentre l’ingresso della cantina è coperto da un tetto in tessuto allungato, le pietre disseminate lungo la piazza aperta prendono parte allo scenario senza tempo delle Ande.

In cima