I viaggi di Manuela

Spigolature Irlandesi (seconda parte)

Un Viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi. (Stephen Littleword)

La Svizzera, questa sconosciuta
“Da dove viene?”, prima lezione d’inglese e prima domanda da rivolgere agli stranieri. Accanto alla mia nazionalità tengo sempre a precisare che vengo da quella parte della Svizzera in cui si parla italiano, solo per vedere l’espressione perplessa dei loro volti: “Ma si parla italiano in Svizzera?”, “Ma qual è la lingua nazionale?”, “Come, quattro lingue? Tutte insieme nello stesso posto? Ma come funziona? Ma allora voi svizzeri sapete tutti quattro lingue…?”, Beh, vorrei rispondere, poco gentilmente: “Come voi irlandesi sapete tutti perfettamente il gaelico (o meglio la variante irlandese del gaelico) che è la vostra lingua nazionale”… Poi mi metto a parlare della concorrenza dell’inglese… Non c’è come arrivare in certi posti all’estero per rendersi conto di quanto appaia strano il nostro paese… Se ci si addentra e soprattutto tra i giovani, l’ignoranza diventa disarmante. Lo sport è un tema che affratella: “Federer svizzero? Credevo fosse inglese… Io francese…”. Direte: ma che gente hai incontrato… Intanto, in un paese ultrapatriottico, posso sempre consolarmi con la scritta Zurich che appare su tutti gli striscioni dell’importante mostra che la National Gallery ha dedicato a Vermeer (bellissima: con luci perfette, esposizione dei quadri perfetta, schede esaurienti, in un gioco di rimandi tra maestri e discepoli).

Clima
Vi alzate al mattino con un sole sfavillante? Non fidatevi se pensate di stare fuori alcune ore, a costo di sembrare anacronistici tiratevi dietro un mantello o un impermeabile, imbottito e l’inseparabile ombrello. Vi assicuro che vi serviranno. Se pensate che il nostro tempo meteorologico sia pazzo, provate quello irlandese. Non esagero ma nel giro di un’ora potreste passare da 27 gradi (e in estate questo significherà comunque titoli da prima pagina) a 18 gradi, con un temporale improvviso. Vestirsi a cipolla è d’obbligo e si passeranno le giornate a togliere e mettere e a ritogliere. In giro si vedrà di tutto: gente vestita, o meglio spogliata, come se stesse per andare in spiaggia e altri che sembrano pronti per un’escursione polare…

St. Michan’s Church
L’attrazione principale di questa chiesa dublinese è costituita dai cadaveri perfettamente conservati nella cripta, grazie a particolari condizioni climatiche. Vale la pena, anche se non siete inclini a visite di questo tipo, solo per la guida dotata di un talento da consumato attore comico shakespeariano, tale da trasformare l’appuntamento macabro in un tour davvero spassoso.

Gaelico

Una lingua barbara? Io la trovo persino raffinata. Ci sono due modi di dire “arrivederci”, uno detto a chi se ne va (slán leat) e uno detto a chi resta (slán agat), questa si chiama raffinatezza… I numeri? Il “do”, il “tri” mi ricordano il dialetto ticinese, anche se poi la pronuncia delle parole è simile all’inglese…

Alba

Se vi capita di girare per Dublino all’alba di una domenica incontrerete molte persone barcollanti che a stento tengono in una mano l’ultima lattina di birra. E sporcizia ovunque, strade indescrivibilmente piene di cartacce, bottiglie, avanzi di cibo, come se fossero stati rovesciati interi cassonetti. Ma ciò che più impressiona è il numero di senza tetto che dormono avvolti nella versione moderna dei sacchi a pelo oppure coperti da cartoni, addossati alle saracinesche dei negozi chiusi. Si sveglieranno e non si muoveranno molto da lì, ma con un bicchiere in mano inizieranno a fare la questua… Dublino non è ancora uscita dalla crisi, lo dimostrano anche gli innumerevoli avvisi di case in vendita…

(continua)

Manuela Camponovo

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