Novità editoriale

Sui percorsi di Gilberto Isella

Singolare questa nuova fatica poetica di Gilberto Isella che, come rileva Laura Quadri nella sua presentazione, sembra trovare la sua cifra interpretativa dell’intero percorso iselliano a partire dalla raccolta Vigilie incustodite (1989) nell’attacco del primo verso, “Ancora soglie”, di un testo toccata vibrante (p.46), compreso nella prima delle sei sezioni (Divaricare l’attimo, appunto, eponima della silloge, Gli addii, Diverticoli pensanti, Mitopoiesi a bruscoli, Scivolio d’attimi, Hilde), di cui il libro si compone. Un percorso che come Isella dichiara si struttura a partire da un punto, da una “soglia”, che lo vota a un ingredior fatale in un “bosco” intricato di pericoli e aggressioni, «a un canto / di scomparsa, / all’eone dell’abisso. Come dire che è il fantasma di questo “eone dell’abisso” che col suo canto Isella intende esorcizzare guardandolo fieramente in faccia e confrontandosi col suo enigma sempre sfuggente, quasi una sorta di beffardo corpo a corpo della parola con un senso imprendibile, che richiama la determinazione con cui nella sua «battaglia d’amore nel sogno» Polifilo corteggia Polia, pur nelle ambagi di camuffamenti e depistaggi tra «orizzonti concepiti in cavità e dislivelli, in preda alle folate» di eventi linguistici e culturali imprevedibili. Un fatto, questo, rilevato da non pochi suoi privilegiati lettori (penso al compianto Cesare Cavalleri, oltre che a Rosa Pierno) e che io stesso, si licet, anche in altre mie riflessioni precedenti ho avuto modo di sottolineare (mi riferisco in particolare a ciò che dicevo a proposito di Arepo, 2018, un testo che fin dal titolo esibiva senza imbarazzi e tentennamenti il proprio stigma esoterico). Qui, in particolare, in questo libro c’è la riflessione sull’attimo, sull’hic et nunc di un evento, come minima cellula di un puntuale processo di appressamento che vuole essere “divaricato”, come dire chirurgicamente analizzato e sezionato nelle nervature delle sue strutture profonde. C’è insomma da un lato un estremo sforzo razionale e dall’altro il tentativo di svincolarsi dalla sua concretezza per protendersi verso inedite aperture, verso l’Aperto di un’esperienza che sembra configurarsi come un'”esperienza mistica”, che, come sottolinea anche Laura Quadri, riduce le distanze «tra (l’)Altrove e il vivere terreno», come consapevolezza e riconciliazione con la “festa” stessa della vita nella sua “arcata creaturale” e nell’accettazione dei suoi lati più effimeri e meno amabili, in altri termini degli «ammanchi / di sostanza / di pietà», di cui essa è costituita e che solo nell’Altrove trovano soddisfazione e compimento.

Vincenzo Guarracino


(Su invito del professor Uberto Motta, l’opera sarà presentata il 12 novembre alla Facoltà di Lettere dell’Uni-Friburgo, l’autore dialogherà con Laura Quadri)

Gilberto Isella

Divaricando l’Attimo

Prefazione di Laura Quadri

Book Editore, Riva del Po (FE), 2025


 

Per accedere al testo integrale dell'articolo è necessario accedere al sito.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:

L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite l'apposito formulario.

In cima