Teatro

Teatro Foce: prosegue la 28° edizione del FIT

Al Teatro Foce di Lugano prosegue la 28° edizione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea con quattro spettacoli:

•   Storto (01.10, Teatro Foce, ore 14:00).

Storto è uno spettacolo che parla di barriere e di modi per superale; è la ricerca di una lingua capace di raccontare la diversità e il conflitto dando voce ai sentimenti di chi li vive. Lo fa dal punto di vista di due studenti del liceo, ragazzi normali, eppure in difficoltà, che scappano insieme ancora prima di conoscersi. È l’inizio di un viaggio che li porterà ad accettare se stessi. Entrambi “storti”, a loro modo. Ma i “dritti”, poi, esistono sul serio? Lo spettacolo riflette sulle difficoltà dei giovani a inserirsi nel contesto liceale, ambiente in cui, pur di essere accettati sono disposti a nascondere tratti della propria personalità, o della propria vita, di cui provano vergogna: avere un fratello disabile, essere “diversi” dagli altri, amare una persona “sbagliata”.

Nel seguito un estratto del racconto di Matilde Piran: «È nato maschio, come ci aspettavamo, e down, come non ci aspettavamo. È down. Ha la sindrome di down. Dopo dodici anni non so quale formula scegliere. Lo è, perché se non lo fosse sarebbe un’altra persona; ce l’ha, perché se la porta dietro dappertutto. È, per lui, un animale fedele e capriccioso. A volte lo cavalca, a volte si fa cavalcare». Produzione InQuanto teatro, regia di Giacomo Bogani, testo di Matilde Piran e Andrea Falcone, con Elisa Vitiello e Davide Arena. Dai 12 anni.

 

•   Attempt on dying (02.10, Teatro Foce, ore 20:30).

Da oltre dieci anni il regista e autore Boris Nikitin ha indagato nei suoi lavori teatrali come creiamo realtà e identità rappresentandole. Le sue creazioni si muovono sulla linea sottile tra documentario e illusione, tra i fatti e la loro messa in scena. Le vere biografie degli interpreti svolgono sempre un ruolo speciale e centrale. In Attempt on Dying Nikitin inverte il punto di partenza: per la prima volta “negozia” la sua biografia. L’attenzione si concentra sulla malattia di suo padre affetto da SLA e sulla sua scelta di “divorziare” dalla vita attraverso un suicidio assistito. Nikitin mette insieme la difficile scelta di suo padre con la storia del suo coming out da gay 20 anni fa e crea una serata teatrale sull’essere pubblico.

Si tratta di uno spettacolo sullo sguardo degli altri, sul superamento dei limiti della vergogna e sull’utopia che la vulnerabilità non è una mancanza dell’essere umano, ma piuttosto una capacità rivoluzionaria. Allo spettacolo segue l’incontro con il pubblico. Di e con Boris Nikitin. 

 

•   Io Pinocchio (04.10, Teatro Foce, ore 14:00).

Lo spettacolo è costruito sul testo di Daniele Zanella, classe 1979, cresciuto negli istituti adibiti ai ragazzi con difficoltà di apprendimento. Daniele intreccia le esperienze del proprio vissuto con il testo di Collodi. Ha scritto una sua versione di Pinocchio creando dei parallelismi tra le avventure del burattino di legno, che desidera essere “normale” come gli altri bambini e le sue esperienze negli istituti, nelle scuole speciali e nelle scuole pubbliche alla ricerca di una sua“normalità” e la partecipazione alla società. Queste parole nascono dalla necessità di raccontare un ambiente spesso sconosciuto, quello degli istituti. Negli anni ‘80, gli anni della sua infanzia, le regole erano ferree e i bambini, come burattini, erano gestiti dagli educatori che a volte venivano vissuti come dei Mangiafuoco. Una società all’interno della società, nascosta tra i muri di un edificio, dove imparare a sentirsi ed ascoltarsi era fuori luogo. La trama si tesse attorno ad un bambino che ha la necessità e il desiderio di far sentire la sua voce al di là delle leggi imposte per il “quieto vivere”.

Io Pinocchio vuole scardinare le inquadrature dettate da queste regole e rivendicare il diritto diessere bambini che maturano seguendo i propri tempi e adulti che desiderano scoprire la propria identità. Produzione Teatro Danzabile, regia di Emanuel Rosenberg, testo di Daniele Zanella, con Viviana Gysin, Daniele Zanella, Cristiana Zenari. Dai 12 anni. 

 

•   Ida, la Signora della fermata del bus (06.10, Teatro Foce, ore 16:30).

Lo spettacolo ha come protagonista una signora, Ida, che aspetta invano un bus che non arriverà mai. Giunta la notte, si avvolge nelle coperte e si prepara per dormire, ma è impaurita, perché la notte è lunga, e buia, e misteriosa. Ida si fa stretta nel suo bozzolo per non prendere freddo. Nulla finisce, tutto si trasforma, le dice Gigi. Così al mattino, sarà un giorno davvero nuovo. Ogni passaggio ha in sé una rinascita. Ogni cambiamento, piccolo o grande che sia, ha qualcosa che si abbandona di sé e qualcosa di nuovo che si scopre e diventa parte di noi.

Chi è Ida? L’inverno che si fa da parte per l’arrivo della primavera? L’anziana signora di fronte alla notte più lunga? La bimba che lascia l’orsetto dell’infanzia per diventare grande? Il bruco che da crisalide si trasforma in farfalla? Ida è tutte queste cose insieme, con pacata semplicità. Produzione Fondazione Luzzati Genova, di Simona Garbaro, regia di Antonio Tancredi, con Simona Gambaro e Danila Fiorino. Dai 3 anni. 

 

Ulteriore appuntamento previsto allo Studio Foce:

• Almoraima (03.10, Studio Foce, ore 21:30).

Dopo l’esperienza felice di Amor Gitano, Banjara e Caf Cantante, spettacoli nei quali Almoraima fonde sonorità flamenco a linguaggi contemporanei, arriva Lusìa. Un concerto nel quale il gruppo propone le sue ultime composizioni, la summa dei suoi più grandi successi battendo sentieri attuali attraverso la sinergia di due degli stili musicali oggi più fertili: il flamenco e la musica latino americana, che insieme navigano in un oceano di sonorità jazz. Riconosciuti ormai a livello internazionale per il loro percorso capace di sfumare le asprezze del flamenco, modernizzandole attraverso tutta una serie di influenze derivanti da musiche altre, Almoraima consolida con Lusìa il mezzo adatto tramite il quale esprimere la sua urgenza di divulgazione.

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