Letteratura

Thioro, un cappuccetto Rosso senegalese al festival internazionale della narrazione di Arzo

A poco a poco continua a defilarsi il programma della ventesima edizione del Festival internazionale della narrazione di Arzo che si svolgerà fra il 29 agosto ed il 1o settembre prossimo.

Anche in questa edizione, il Festival si riconferma un polo di incontro tra culture.

Sabato 31 agosto e domenica 1 settembre, alle ore 14.30, andrà in scena “Thioro. Un cappuccetto rosso senegalese” per la regia di Alessandro Argnani, con Fallou Diop, Adama Gueye e Andrea Carella.

Nato dal laboratorio tenuto dal Teatro delle Albe a Diol Kadd, in Senegal, “Thioro” è un’operazione teatrale meticcia, che ha unito culture e sensibilità artistiche diverse. Reinvenzione dal respiro africano della celebre fiaba popolare, lo spettacolo con un ritmo pulsante intreccia diverse lingue, strumenti e immaginari e conduce lo spettatore non per il bosco, ma per la savana in un viaggio bruciante attraverso l’Africa.

Sabato 31 agosto, alle ore 16.15, presso la Corte dei Miracoli, gli attori insieme a Maria Martinelli, regista del documentario tratto dallo spettacolo, incontreranno il pubblico per raccontare il progetto.

L’evento è sostenuto dal Programma integrazione cantonale del Dipartimento delle Istituzioni della Repubblica e Cantone Ticino.

Nelle stesse giornate di sabato 31 e domenica 1, alle ore 18.30, il pubblico potrà assistere a “Conference des choses” di François Gremaud e Pierre Mifsud, una produzione 2b company. Narrazione ludica e imprevedibile, lo spettacolo è una “disgressione senza fine” che mette al centro le storie delle cose: il corpo dell’attore Pierre Mifsud, come un’enciclopedia vivente, episodio dopo episodio da Cartesio alle caramelle Haribo apre impensabili collegamenti e finestre inopportune. Senza effetto, senza filo, senza tecnica, Conference de choses è un’incredibile performance interamente in lingua francese.

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