Tra confessioni, miti e metamorfosi: “Paesaggi possibili” al LAC

Confession di Annina Polivka.
La drammaturgia contemporanea è protagonista al LAC con la seconda edizione di Paesaggi possibili, che prosegue questa settimana con cinque appuntamenti.
Martedì 2 dicembre alle ore 18 in Teatrostudio la giovane artista basilese Annina Polivka firma regia e interpretazione di Confession, un solo che accompagna il pubblico in un viaggio interiore: un attraversamento sonoro del passato, del presente e di un futuro immaginato. Come sopportare il peso dell’esistenza quando ogni nostro passo sembra riportarci inesorabilmente alla lenta distruzione del pianeta? Nella solitudine di una stanza d’albergo, apparentemente isolata dal mondo, una giovane donna cerca di rispondere a questa domanda fatidica. Si scollega dall’esterno per ripiegarsi su sé stessa, decisa a riemergere solo quando si sentirà pronta. Con Confession, Annina Polivka crea uno spazio di tregua, dove, anche solo per un istante, si può ancora credere, forse ingenuamente, che tutto possa sistemarsi.

“Oltre” di Fabiana Iaccozzilli. Foto: Gianluca Pantaleo
Dopo En Abyme e Il grande vuoto, presentati nelle scorse stagioni, la regista e autrice romana Fabiana Iacozzilli torna in Sala Teatro martedì 2 e mercoledì 3 dicembre alle ore 20 con il suo ultimo lavoro Oltre – Come 16+29 persone hanno attraversato il disastro delle Ande, ispirato alla tragica vicenda del volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana che, il 13 ottobre 1972, si schiantò sulle Ande con quarantacinque persone a bordo. L’aereo trasportava la squadra di rugby Old Christians Club, insieme ad amici e familiari, in viaggio da Montevideo a Santiago del Cile. Tra i passeggeri, solo uno non aveva alcun legame con il gruppo. Allo schianto sopravvissero in ventinove, ma dopo settantadue giorni di attesa e lotta contro l’altitudine, il freddo e la fame, furono soltanto sedici a essere tratti in salvo. Il 22 dicembre 1972 il mondo apprese con sgomento che i sopravvissuti si erano nutriti dei corpi degli amici deceduti. Frutto di un attento lavoro di ricerca, con interviste ai superstiti e ai loro familiari, lo spettacolo firmato da Fabiana Iacozzilli e Linda Dalisi indaga le profondità del corpo e della resistenza umana, attraverso un dispositivo scenico di forte impatto visivo: marionette ibride ispirate alle figure filiformi di Giacometti. Questi puppets, evocativi e perturbanti, collocano la narrazione su un piano metafisico, restituendo tutta la carica spirituale e misteriosa che permea la vicenda.
Giovedì 4 e venerdì 5 dicembre alle ore 20 in Teatrostudio Francesca Sproccati, artista svizzera attiva nell’ambito delle arti performative, torna al LAC con un lavoro in cui (si) domanda cosa significa “resistere” oggi al capitalismo limbico occidentale, alla manipolazione delle emozioni umane ai fini del consumo ininterrotto di beni e relazioni, all’emergenza di forme sempre meno celate di fascismo. Con Venir meno, Sproccati invita a entrare nel palazzo di Hypnos, dio greco del Sonno, e a immergerci come corpo collettivo nel buio. Da questa postazione, lontana dalla vista e connessa agli stati più profondi dell’essere, emergono due figure cangianti. A volte li si potrebbe scambiare per visioni dello spesso Hypnos, che, addormentandoci in eterno, ci libererebbe dal lavoro, dalla competizione, dall’esaurimento a cui la società della performance ci costringe; altre volte questi mutaforma sembrano assumere le sembianze e le intenzioni di Battista, il bisnonno partigiano di Francesca, che ha contribuito a liberare l’Italia dai fascisti, incarnando quell’energia di lotta e resistenza collettiva contro le ingiustizie del mondo. In questo ambiente immersivo, i performer si raccontano attraverso musica dal vivo e innesti testuali.
Dopo il debutto al FIT Festival nella scorsa stagione, Elena Boillat torna al LAC (Sala 4) venerdì 5 e sabato 6 dicembre alle ore 18 con l’atto performativo Partiturazero, frutto di una ricerca che indaga i molteplici tentativi di liberare il linguaggio dal peso dei significati, avvalendosi del potere vibrante ed energetico del corpo-voce. In questo lavoro, l’artista multidisciplinare e performer italo-svizzera esplora il suo stesso apparato fonatorio per portare alla luce una fisicità respirante e sonora immersa in uno spazio ogni volta scarnato, spogliato e pieno di silenzio. Ispirata dalla struttura della forma-sonata e da quella di alcuni rituali, Boillat compone ed interpreta una partitura a partire dalle reminiscenze sonore che la abitano: resistenza fisica e flusso del respiro vengono utilizzati per generare un’emissione vocale estrema (alternando risuonatori e canto disfonico) in contrasto con il lento susseguirsi e il dilatarsi dei movimenti e degli attimi di quiete. Per la recensione dello spettacolo, a cura di Manuela Camponovo, v. Boillat, corpo, respiro, voce.

Diciassette cavallini di Rafael Spregelburd. Foto: Andrea Morgillo
Autore e regista argentino tra i più importanti del panorama internazionale contemporaneo, Rafael Spregelburd porta in scena sul palco della Sala Teatro sabato 6 e domenica 7 dicembre alle ore 20 una Cassandra contemporanea, in un confronto serrato tra razionalità e profezia, tra causa ed effetto, ordine e delirio. Diciassette cavallini si impernia sul mito di Cassandra, affrontato in due tempi diametralmente opposti. La prima parte, L’Oracolo invertito, è “apollinea”, legata alla figura del dio Apollo e a una struttura drammaturgica convenzionale, e vede protagonista una Cassandra moderna che afferma di poter prevedere le disgrazie future, mentre il suo psicanalista cerca di smontare ogni sua certezza. La seconda parte, I diciassette cavallini, è invece “dionisiaca”, dominata dal delirio del dio Dioniso: gli attori costruiscono un gioco teatrale che si sviluppa al rovescio, per cui il pubblico assiste prima agli effetti, per poi ricostruire a ritroso le cause. Questa struttura ribaltata, realizzata in una coreografia in 17 movimenti – come il numero di soldati che escono dal ventre del cavallo di Troia – dà vita a un’ipotesi poetica: trovare risposte a domande ancora non espresse.