Fuori dal coro

Tra il precario e il provvisorio…

Orio Galli - Galligrafia - "Il giornalista è uno che dopo sapeva tutto prima" (Karl Kraus)

Galligrafia – “Il giornalista è uno che dopo sapeva tutto prima” (Karl Kraus).

risiede la nostra condizione umana. Anche se qualcuno, facendo oggi della tecnologia virtuale una nuova religione, ritiene di poter farci vivere all’infinito. Altro che vita effimera… Poi magari arriva il coronavirus.

Chi ricorda quando poco dopo la metà del secolo scorso nacque l’informatica, e poi, intorno agli anni Ottanta iniziò a diffondersi il computer su larga scala? Crisi, depressioni, suicidi… E si era solo agli inizi di quella che sarebbe diventata la digitalizzazione. Ai minchioni si diceva che tutto sarebbe stato più semplice e facile; che si sarebbe potuto lavorare standosene a casa. Balle, grandissime balle! E in tanti ci hanno creduto. Adesso a casa dovranno rimanere in molti, ma per il coronavirus…

Qualche decennio fa è arrivato da noi un certo Davide Gai, pontefice massimo per la diffusione del nuovo «verbo» virtuale. Ma nel frattempo dov’è sparito questo Davide, dai pensieri Gai, che imperversava dappertutto? Dove si è dileguato?

Oggi abbiamo due nuovi guru del digitale. Ogni tanto fanno delle comparsate (non credo gratis) anche in Radio e Televisione a Comano. Si tratta di Paolo Attivissimo (nomen omen?) e di un certo Alessandro Trivilini che pure insegna alla SUPSI.

Mi chiedo solo se in mezzo a cotanta digitalsapienza, non ci sia qualcuno che faccia vedere, anche a certi nostrani giornalisti, come in modo ergonomicamente corretto si deve tenere ancor oggi in mano una matita, o una penna.
O che forse, queste analogiche quisquillie, debbano ormai ritenersi questioni solo di stile ormai oggi superate?

Orio Galli

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