Economia

Ultimi aggiornamenti dell’Amministrazione federale (AF) Svizzera

Ieri, venerdì 4 giugno, il Consiglio federale ha definito la procedura di sblocco del secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’Unione europea, una fase che fa parte dell’agenda politica europea del Consiglio federale nell’ottica del proseguimento della via bilaterale.

Il Parlamento ha approvato il contributo il 3 dicembre 2019 mediante due decreti federali (crediti quadro «coesione» e «migrazione»), aggiungendo però una clausola secondo cui non saranno contratti impegni finché l’UE adotta misure discriminatorie nei confronti della Svizzera. Questa condizione ha finora bloccato l’attuazione del contributo.
Nella seduta di ieri, 4 giugno, il Consiglio federale ha deciso di redigere un messaggio per revocarla. Si tratterà in concreto di modificare i due decreti federali sui crediti quadro approvati dal Parlamento alla fine del 2019 per poter sbloccare il secondo contributo svizzero. Il messaggio dovrebbe essere trattato dalle Camere federali nella sessione autunnale del 2021.

Con l’attuazione del contributo il Consiglio federale vuole sottolineare, in seguito alla decisione di porre fine ai negoziati sull’accordo istituzionale, che la Svizzera rimarrà un partner affidabile dell’UE. Il Consiglio federale continuerà a impegnarsi affinché la Svizzera non sia discriminata e non sia trattata diversamente da altri Paesi terzi nel quadro, per esempio, di procedure di equivalenza dell’UE. Per attuare il secondo contributo è inoltre necessario stipulare con l’UE il memorandum d’intesa, che – pur non essendo vincolante sul piano giuridico – serve come base materiale per la conclusione degli accordi bilaterali di attuazione con gli Stati partner. I colloqui devono proseguire a ritmo sostenuto.

Nella sua lettera del 26 maggio 2021 alla presidente della Commissione europea, il Consiglio federale ha precisato che si adopererà affinché il Parlamento sblocchi in tempi rapidi il secondo contributo. L’Esecutivo punta, inoltre, a concludere il Memorandum of Understanding (MoU) con l’UE per definire i parametri attuativi del contributo.

ADOZIONE DEL RAPPORTO SULLA DEFINIZIONE OPERATIVA DI ANTISEMITISMO
Nella seduta del 4 giugno 2021, in adempimento di un postulato il Consiglio federale ha adottato un rapporto sui possibili campi d’applicazione della definizione operativa di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). La definizione può essere utile come guida complementare per l’identificazione degli episodi di antisemitismo nel quadro delle molteplici misure di lotta all’antisemitismo in atto nel nostro Paese. Il rapporto formula inoltre alcune raccomandazioni su come perfezionare queste misure.

Inequivocabilmente contrario a qualsiasi forma di antisemitismo, il Consiglio federale riconosce il valore e l’importanza pratica della definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA, che ritiene utile come guida complementare per l’identificazione degli episodi di antisemitismo e come base per la formulazione di definizioni specifiche destinate a determinati aspetti o scopi.

Nel rapporto, il Consiglio federale esprime apprezzamento per il pluriennale e molteplice impegno nazionale e internazionale della Svizzera contro l’antisemitismo. Il rapporto raccomanda al Servizio per la lotta al razzismo (SLR) e alla Commissione federale contro il razzismo di attuare, nel quadro dei rispettivi mandati, una serie di misure, per esempio il miglioramento del coordinamento e del dialogo tra i diversi livelli istituzionali e la promozione della pianificazione strategica.

Il rapporto è stato redatto da un gruppo di lavoro diretto dal Dipartimento federale dell’interno (SLR) di cui facevano parte anche rappresentanti del Dipartimento federale degli affari esteri e del Dipartimento federale di giustizia e polizia e altri esperti. Elaborato in adempimento del postulato del consigliere agli Stati Paul Rechsteiner 19.3942 «Definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance», è fondato su due lavori di ricerca: un’analisi giuridica della definizione operativa dell’IHRA e una valutazione delle misure contro l’antisemitismo adottate da Confederazione, Cantoni e Comuni.

ADOZIONE DEL RAPPORTO SULLE BANCHE DI RILEVANZA SISTEMICA
Sempre nella giornata di ieri, venerdì 4 giugno, il Consiglio federale ha adottato il quarto rapporto sulla valutazione delle banche di rilevanza sistemica. Nel rapporto giunge alla conclusione che, in prospettiva odierna, l’approccio normativo svizzero non richiede un adeguamento sostanziale. Tuttavia, per le banche di rilevanza sistemica è necessario intervenire sulle esigenze in materia di liquidità.

Una situazione d’emergenza o il fallimento di una banca di rilevanza sistemica può comportare notevoli squilibri nel sistema finanziario e ripercuotersi negativamente sull’intera economia. In Svizzera, le due grandi banche (Credit Suisse e UBS) così come PostFinance, Raiffeisen e la Banca Cantonale di Zurigo sono considerati di rilevanza sistemica.
Le norme sancite nella legge sulle banche hanno lo scopo di evitare che per salvare le banche si debba ricorrere al denaro dei contribuenti. Il Consiglio federale verifica periodicamente se queste disposizioni sono in linea con gli standard internazionali e in che modo sono state attuate all’estero. Dal 2015 il Consiglio federale presenta biennalmente un rapporto in proposito.

Nell’attuale quarto rapporto, il Consiglio federale giunge alla conclusione che, nel confronto internazionale, l’approccio normativo svizzero non necessita di un adeguamento sostanziale. L’attuale impostazione delle esigenze assicura un’adeguata capacità di resistenza delle banche di rilevanza sistemica («Systemically Important Bank», SIB). All’inizio della pandemia di COVID-19 anche le due grandi banche orientate al mercato internazionale, particolarmente rilevanti per la Svizzera in termini di stabilità, date le loro dimensioni, si sono trovate in una situazione di partenza favorevole per gestire il difficile contesto e sostenere l’economia.

Nel rapporto il Consiglio federale intravede tuttavia la necessità di intervenire in determinati settori. Un gruppo di lavoro, composto di rappresentanti del Dipartimento federale delle finanze (DFF), dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e della Banca nazionale svizzera (BNS), dovrà infatti indicare in che modo potranno essere adeguate le esigenze particolari in materia di liquidità per le SIB stabilite nella pertinente ordinanza. Un’analisi ha infatti evidenziato che la dotazione di liquidità prevista attualmente per le SIB non sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno di liquidità in una situazione d’emergenza o in caso di fallimento. Allo stesso tempo, il DFF dovrà elaborare proposte volte a migliorare l’ancoramento a livello di ordinanza del sistema di incentivazione per le SIB relativo alla capacità globale di liquidazione.

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