Cultura

Un appello per Filippo Franzoni e Ignaz Epper

Con questo appello i sottoscritti firmatari intendono attirare l’attenzione dell’opinione pubblica intorno ai propositi manifestati in merito alla sopravvivenza di due pregiate istituzioni di indubbio valore e di notevole importanza, certo non solo per la regione locarnese, ma per la cultura in genere: la Fondazione Filippo Franzoni (1987), affidata da trentadue anni alle cure della Città di Locarno, e la Fondazione Ignaz e Mischa Epper di Ascona. Per brevità e chiarezza ci si attiene all’essenziale. Riguardo alla prima, il Municipio di Locarno propone con un messaggio (n. 86 del 2.4.2019) la sua «devoluzione» alla Città, previo scioglimento della Fondazione medesima, senza però garantire in modo esplicito e inequivocabile la piena inalienabilità della preziosa collezione franzoniana (oltre 250 opere). Quanto alla seconda, il Consiglio di Fondazione intenderebbe (ancora una volta, dopo un primo tentativo, fortunatamente andato a vuoto, nel 1997) vendere l’intera proprietà Epper di via Albarelle 14 ad Ascona, al fine di realizzare, con il ricavato, una sede in cui troverebbe posto anche la Fondazione Rolf Gérard, che con quella dei due artisti titolari non ha proprio nulla a che fare. Si tratta di una palese e intollerabile prevaricazione di interessi e degli scopi statutari della Fondazione originaria.

I sottoscritti si dichiarano profondamente preoccupati già solo per il fatto che simili operazioni possano essere concepite e formulate. Troppo evidenti sono i rischi che, per la Fondazione Franzoni, opere conservate amorevolmente in blocco dai promotori della stessa, Pia e Luca Balli, possano andare disperse (come purtroppo è già sovente successo) e vendute; e, per la Fondazione Epper, che essa debba venire relegata in secondo piano rispetto alla Fondazione che abusivamente le si vuole affiancare. I firmatari si rivolgono pertanto alle Autorità politiche e a quelle di Vigilanza sulle Fondazioni affinché intervengano tempestivamente, onde evitare che il paventato pericolo possa presto diventare una triste e indesiderata realtà. Una realtà che molto nuocerebbe, oltre che alla memoria e al rispetto dell’opera degli artisti interessati, alla dignità e ai valori della cultura.

Sandro Bianconi, Edgardo Cattori, Diego Erba, Andrea Ghiringhelli, Renato Martinoni, Mario Matasci

 

 

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