Danza

Un doppio appuntamento di danza al Museo Vincenzo Vela

Un doppio appuntamento, domenica 30 giugno alle ore 11.00, con un grande nome della danza internazionale: il coreografo e danzatoresvizzero Thomas Hauert e la sua Compagnia ZOO, che si pongono in dialogo sia con le opere di Vincenzo Vela, padrone di casa di cui si celebrerà nel maggio del 2020 il bicentenario della nascita, sia con l’attuale allestimento in corso (fino all’11 agosto), In-flore-scentia. Una matinée ricca di emozioni e riflessioni grazie alle due performance di danza (Sweet)(Bitter) e Mono Duos che saranno presentate al MuseoVincenzo Vela e nel suo Parco, che richiamano e omaggiano l’allestimento in corso e la collezione permanente.

Thomas Hauert, ballerino e coreografo, noto e apprezzato nell’ambito della scena coreutica internazionale, vincitore di numerosi premi (ricordiamo tra i molti i “Premi svizzeri di danza” 2013 e 2017) si distingue nel suo lavoro per sviluppare un rapporto intimo con la musica, sia la musica stessa sia la musicalità insita nel movimento.

Nel Parco del Museo propone (Sweet)(Bitter), un solo del 2015, in cui la danza interagisce con il madrigale barocco Sì dolce è ’l tormento composto da Claudio Monteverdi su testo di Carlo Milanuzzi. Il tema di questo poema musicale è l’amore disatteso, deluso, vissuto come conflitto tra la beatitudine nel perseguire un ideale e l’impossibilità di raggiungerlo, tensione che è motore della vita e della natura. All’interno del Museo invece, Sarah Ludi, Federica Porello, Mat Voorter, Samantha van Wissen, danzatori della sua compagnia ZOO, occuperanno le sale creando, in relazione con lo spazio e il pubblico, Mono Duos, una performance che si è sviluppata da una precedente coreografia di Thomas Hauert dal titolo Mono, una pièce di gruppo per otto danzatori e un violista creata nel 2013. In questo lavoro sono presentate sequenze di movimento in continua trasformazione, per creare, lentamente, nuove forme, come opere scultoree. La meccanica dei corpi a contatto è guidata da leggi fisiche: forze, resistenza, funzionamento anatomico, leve… Dal contatto di due o più corpi nascono dunque nuove unità, una nuova “creatura” che prende forma grazie alle costanti iniziative e trattative dei due organi in movimento. Il lavoro si crea in situ grazie alla complicità dello spazio e dei partecipanti, offrendo al pubblico un rapporto prossimo, quasi intimo, con i performer.

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