LAC

Un’estate da Agorà

LAC – Agorà.

Dopo quattro mesi di chiusura, anche al LAC si ricomincia, più in piccolo, in maniera intima, con tutte le norme di sicurezza del caso, dal distanziamento al tracciamento, ma si ricomincia. Inserita, come già annunciato, nel Festival del LongLake, la rassegna estiva così come raccontata oggi in conferenza stampa, si presenta articolata e abbastanza intensa, 31 appuntamenti tra l’11 luglio e il 6 settembre, ospitati tranne poche eccezioni nello spazio tranquillo, chiuso, dell’Agorà, finora poco sfruttato, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Direttivo, Roberto Badaracco, per un massimo di 150 persone. Sono state chiamate ad organizzare il calendario le collaborazioni che costituiscono le peculiarità del LAC in ambito teatrale, musicale, museale, LuganoInscena, MASI, LuganoMusica, OSI. Si è lavorato molto in fretta, subito dopo le decisioni federali degli allentamenti, si presume.

LAC en plein air, pur con qualche incursione nel contemporaneo, si rivolge in particolare ai classici come richiama lo stesso nome del luogo, ha sottolineato Carmelo Rifici, Direttore artistico, perché «Le parole e le note dei grandi autori, oggi più che mai sono il segno tangibile che gli artisti sono da sempre capaci di fare esperienza e d’imparare dalle situazioni di crisi, e attraverso le opere riallacciare un legame di pensiero profondo con il proprio lettore o con il proprio spettatore. Un classico non smette mai di parlare, attraverso ogni forma di linguaggio scritta, musicata o visiva».

Un altro aspetto riguarda il coinvolgimento degli artisti locali, ticinesi, come atto di sostegno, solidarietà e speranza, visto che soprattutto gli indipendenti, sono rimasti senza lavoro, senza cachet e con aiuti ridicoli come gli 11 franchi al giorno nell’esempio fatto dal Direttore generale, Michel Gagnon.

Ci si muove dunque in diversi filoni, quello letterario caratterizzerà anche l’evento di apertura, con la presentazione dei libri di Paolo Di Stefano (l’autobiografico Noi) e di Lorenzo Sganzini (Passeggiate sul Lago di Lugano, Edizione Casagrande), in dialogo con Maurizio Canetta e letture di Cristina Zamboni (11 luglio, ore 21). Ma è anche l’unico incontro con scrittori, che comunque troviamo nel boschetto Ciani del LongLake.

LAC en plein air.

Altro filone, quello teatrale, dedicato ai reading che più si prestano ad un concetto di intimità. In questo ambito sarà presentato il progetto L1. Luminanza. Primi segnali dalla superficie di Alan Alpenfelt e Mara Travella (però allo Spazio 1929), vuol essere un “Incontro introduttivo sulla drammaturgia contemporanea per la Svizzera italiana”, un tema discusso e spinoso. Poi troviamo un recital “storico” di Emanuele Santoro che, dopo aver perso il suo teatro, torna in scena con il Dostoevskij de Il sogno di un uomo ridicolo. Poi sarà la volta di Dante, per voce e musica, A riveder le stelle, con Anahì Traversi, Rifici e Niton; a cura di Antonio Ballerio e Massimiliano Zampetti è La fine del Titanic (da Hans Magnus Enzensberger); quindi il Kafka delle Metamorfosi con Igor Horvat e Brian Quinn e Boccaccio 2000 a cura di Mirko D’Urso, Tindaro Granata e Stone Leaf.

Per il filone musicale, illustrato da Etienne Reymond, avremo tra classico e contemporaneo, il Lugano Percussion Ensemble, l’arpa di Elisa Netzer, il liuto di Luca Pianca; in duo, Mattia Zappa e Massimo Giuseppe Bianchi, i Barocchisti, AleaEnsemble, Ensemble Concerto Scirocco. Ci sarà anche l’esecuzione di un brano inedito, post-pandemia, appositamente commissionato a Zeno Gabaglio, un programma reso possibile da donazioni. Un altro ciclo musicale, curato da Saul Beretta, riguarda la world music che ci porta in giro per il mondo, dalle atmosfere mediterranee di tre concerti, a quelle africane del Capo di Buona Speranza, all’Indirizzo Portoghese, eventi concentrati nella seconda parte della settimana. Non manca l’OSI che proporrà brani classici (ma anche Rota e Morricone), con i suoi ottoni; poi i fiati operistici (Rossini e Verdi). Citiamo anche il Quintetto Bislacco. Ma la sorpresa, con programma ancora da definire, sarà quella del 28 e 29 agosto, quando l’OSI riabbraccerà il suo pubblico, in Piazza Luini, diretta da Markus Poschner, in una sorta di festa finale, come raccontato dal nuovo direttore artistico-amministrativo della nostra orchestra, Christian Weidmann.

Non poteva mancare il MASI che ha visto cancellata la sua grande mostra di primavera e che si rifarà come potrà con la fotografia: sarà ospite Lois Hechenblaikner che parlerà del suo lavoro volto a documentare i differenti aspetti del turismo sciistico tirolese. In dialogo con Tobia Bezzola interverrà Christine Streuli e un Focus Fotografia, in vista del programma espositivo, si avrà il 2 settembre. Infine, per le famiglie, Rifici ha annunciato le installazioni di Antonio Catalano: è di questi giorni la notizia dell’annullamento dell’edizione 2020 del Festival di Arzo e chi lo ha frequentato negli anni conosce bene questo personaggio che ora avrà occasione d’incontrare anche il pubblico luganese con i suoi affascinanti e ricchi di sorprese Universi sensibili.

Il programma completo si può consultare al sito luganolac.ch: gli eventi all’Agorà sono gratuiti, ma si deve prenotare a partire dal primo luglio (ed entro due ore prima dell’inizio del singolo evento). Al sito si troveranno anche tutte le indicazioni per i biglietti e l’accesso, regolamentato secondo necessarie disposizioni.

Manuela Camponovo

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