Cultura

“Zona Rossa”, il progetto culturale dedicato alla recente pandemia

Galleria Fumagalli a Milano presenta Zona Rossa, il nuovo progetto di Stefano Scheda con Francesco Benedetti, pensato come monumento dedicato periodo segnato dall’emergenza sanitaria italiana a causa del Covid-19. L’opera è unica e l’installazione sarà visibile all’interno dello spazio principale della galleria dal 7 al 18 settembre 2020.

L’idea, che nasce in un tempo di ritrovata normalità e dall’esigenza di non dimenticare i momenti “bui” dovuti alla pandemia di Covid-19, si basa sulla riflessione a posteriori di una circostanza storica vissuta sulla nostra pelle e che ha riaperto cicatrici che pensavamo superate nell’epoca contemporanea. La seconda parte del secolo scorso ha regalato all’Occidente decenni di pace, di benessere e l’illusione che il progresso e la scienza avrebbero sconfitto il male in ogni sua forma. L’obiettivo è quello di continuare a riflettere sui limiti reali dell’uomo, cioè sul “conosci te stesso”, tenendo vivo il ricordo di ciò che può rappresentare per tutti noi, a livello mondiale, una Zona Rossa.
La memoria di ciò che ci ha investito e condizionato pesantemente può essere il vaccino culturale per affrontare l’indifferenza verso tutto ciò che dimentichiamo, senza trarne spunti positivi ed esperienza. L’oblio o il sonno della ragione e della coscienza troppo spesso ci hanno condotto a danneggiare irreparabilmente la nostra società nei suoi principi e valori, la natura e il pianeta Terra che ci accoglie, una natura che detta delle regole ben precise, ma che troppo spesso vengono infrante dalla nostra indifferenza e superficialità. È dunque bastato un microscopico virus per mettere in ginocchio l’intero pianeta.
L’installazione nel luogo chiuso e raccolto della Galleria fa sì che la memoria venga elaborata in una dimensione intima e spirituale. Zona Rossa può anche essere uno spazio dove ci si sente protetti per trovare una nuova visione, ma allo stesso tempo è monito di un vissuto triste, un cortocircuito tra vita e morte.

Il visitatore si troverà solo e sospeso in uno spazio atopico dove rielaborare liberamente il proprio isolamento; potrà fotografare sé stesso o anche solo la luce in cui è immerso così da portarsi via un frammento di memoria. L’invio di una fotografia alla Galleria contribuirà alla creazione di un immaginario collettivo. Infatti, l’invito al pubblico è proprio quello di scattarsi una foto con l’opera e inviarla a info@galleriafumagalli.com. Le immagini saranno raccolte sul sito e sui canali social della galleria.

 

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