Arte

“Il bosco in officina”: mostra pop-up del Museo Hermann Hesse

Con la mostra pop-up So speaks a Tree – Il bosco in officina, il Museo Hermann Hesse di Montagnola esce dai classici spazi museali ed entra in una nuova dimensione: un’officina di riparazione auto diventa un luogo di incontro tra arte, natura e umanità. Dove di solito dominano i motori, la vernice e le ruote, si snoda un dialogo silenzioso tra l’arte contemporanea e il linguaggio degli alberi – ispirato dal profondo legame di Hesse con la natura.

L’impulso al progetto espositivo è stato dato dall’opera dell’artista Marcel Hürzeler, scomparso nel 2022, le cui sculture realizzate in legno ticinese rivelano l’architettura interna del materiale – come se essa si stesse raccontando. Il suo rapporto tranquillo e inquietante con la natura è un toccante promemoria della passione di Hesse per gli alberi.

Da questa costellazione artistica si è sviluppato un dialogo variegato, che include ulteriori opere: Sandro Pianetti presenta sculture e bassorilievi realizzati con materiali raccolti nel bosco, reinterpretati attraverso tecniche insolite, che ne rendono nuovamente percepibile la forza originaria.

Mobili intagliati in legno, simbolo di una natura inerte e plasmata dall’uomo, si trovano al centro del video Bosque marino di Valentina Pini. Ad essi si contrappone la presenza della viva vegetazione marina della Patagonia, emblema di una natura organica, capace di rinnovarsi autonomamente. Pini mette in scena questo contrasto come un dialogo poetico tra terra e acqua. Punto di partenza è la storia della produzione di legname da parte degli immigrati svizzeri sulle coste del canale Whiteside in Cile, nei primi anni del XX secolo. L’opera riflette l’ambivalenza del rapporto umano con la natura: da un lato segnato da dipendenza e appropriazione culturale, dall’altro da sfruttamento e distruzione.

Roberto Mucchiut pone al centro delle sue video-installazioni il movimento e la percezione della materia. Esse indagano forme sottili, talvolta appena percepibili, di scambio tra l’essere umano e il mondo vegetale.

Yann Gross rivolge invece il suo sguardo fotografico alla convivenza tra gli stessi alberi – a quelli che non sono autoctoni e che, tuttavia, riescono a mettere radici. Le sue opere di grande formato mostrano i boschi ticinesi, contaminati da palme ornamentali che, sfuggite ai giardini, si insinuano silenziosamente nella vegetazione locale – silenziosi testimoni di un cambiamento ecologico tanto poetico quanto inquietante.

Infine Flavia Arzeni ci conduce al punto in cui la materia organica entra nella sua ultima fase: la morte – che segna al tempo stesso l’inizio di un processo di molteplici metamorfosi.

In intenso contrasto con lo spazio industriale – permeato dalla presenza umana, dalla mobilità e dal costante mutamento – le opere d’arte ci invitano a fermarci e ad ascoltare: cosa vuole dirci la natura, quando smettiamo di parlare e iniziamo ad ascoltare?

L’esposizione So speaks a Tree – Il bosco in officina, a cura di Marcel Henry e Fiona Geuss, è aperta al pubblico da venerdì 5 (ore 17.00) a domenica 7 settembre (ore 10.30-17.30). Sono previste due visite guidate: sabato alle 11 con Valentina Pini e domenica alle 16 con Sandro Pianetti. Ingresso libero, donazione volontaria.

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