Cultura

Consumi culturali in crescita, ma si allarga il divario Nord-Sud Italia

Arif Riyanto – Unsplash

In occasione della presentazione del Master in “Economia e gestione delle imprese culturali” presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Impresa Cultura Italia–Confcommercio e Swg hanno diffuso i nuovi dati dell’Osservatorio sui consumi culturali degli italiani. Il quadro mostra un 2025 caratterizzato da un’espansione della domanda culturale, ma anche da un aumento dei divari territoriali.

La spesa media mensile delle famiglie per attività culturali sfiora i 100 euro (in crescita rispetto ai 94,6 del 2024 e agli 83,2 del 2023). Permangono però forti differenze: al Nord il valore medio raggiunge 113 euro, mentre nel Mezzogiorno si ferma a 74. Tra le attività più praticate figurano la visione di programmi TV e film (92%), l’ascolto di musica (84%) e la lettura di libri (68%). Sul versante della fruizione dal vivo, aumentano le visite a musei e siti archeologici (49%), il cinema (45%), gli spettacoli all’aperto (48%), i concerti (36%) e i festival culturali (29%).

La lettura mantiene un ruolo stabile: nel 2025 il 76% degli italiani ha letto almeno un libro cartaceo e il 52% un libro digitale. Avanza anche la consultazione di quotidiani digitali gratuiti da sito (74%), mentre resta stabile la lettura della stampa cartacea (50%) e quella tramite app a pagamento (30%). Cresce inoltre la quota di consumatori che ha speso per TV in abbonamento (37%), cinema (35%), musei e mostre (30%), libri (24%), concerti (21%), confermando un ritorno alla cultura dal vivo e alle esperienze culturali.

Aumenta anche il valore attribuito alla cultura: il 50% degli italiani la considera un’opportunità di apprendimento e crescita personale (era il 45% nel 2024), mentre la percezione della cultura come costo rimane all’11%. La partecipazione agli eventi dal vivo raggiunge livelli particolarmente alti: i festival coinvolgono il 72% della popolazione negli ultimi 12 mesi, con una spesa media di oltre 193 euro a partecipante.

Carlo Fontana, Presidente di Impresa Cultura Italia–Confcommercio, sottolinea: «La ripresa della domanda culturale è un segnale importante per il Paese, ma non possiamo ignorare che l’accesso alla cultura resta ancora profondamente diseguale. In molte aree del Sud e nei piccoli Comuni l’interesse è alto, ma l’offerta è più distante e i costi di partecipazione sono maggiori. Anche per questo chiediamo alle istituzioni un intervento politico capace di sostenere i consumi culturali e ridurre le differenze territoriali, anche attraverso strumenti fiscali che rendano la partecipazione più accessibile. La cultura è un diritto e una leva di sviluppo: garantirne la fruizione significa rafforzare la coesione e le opportunità per le comunità del nostro Paese».

Durante l’evento è stato anche presentato il nuovo Protocollo di collaborazione Treccani–Confcommercio, un accordo quadro che prevede iniziative condivise per promuovere la cultura italiana, la formazione e la valorizzazione dell’imprenditorialità culturale. Nell’ambito del Protocollo nasce il Master in “Economia e gestione delle imprese culturali”, realizzato da Treccani Accademia per Impresa Cultura Italia–Confcommercio, pensato per rafforzare le competenze economiche, gestionali e progettuali dei funzionari del sistema associativo e per sostenere le imprese culturali nello sviluppo dei territori.

Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, afferma: «I dati dell’Osservatorio confermano quanto la cultura continui a rappresentare, per gli italiani, una straordinaria opportunità di apprendimento e arricchimento personale. Ma evidenziano anche la necessità di investire con decisione in politiche che rendano l’accesso alla cultura sempre più equo e diffuso. Per questo siamo orgogliosi di presentare, insieme a Confcommercio, un nuovo Protocollo di collaborazione e il Master in Economia e gestione delle imprese culturali, che offre strumenti e competenze avanzate per operare in maniera efficace nell’organizzazione e nella gestione delle attività delle imprese del settore, sostenendo i partecipanti nella ricerca di nuove modalità di valorizzazione del patrimonio culturale e promuovendo politiche di innovazione e capacità imprenditoriali. Un percorso formativo che mette al centro il valore del sapere, la qualità dell’offerta e il ruolo strategico delle imprese culturali per lo sviluppo dei territori».

In cima