Mostra

“Denudar le donne vestendole”, la mostra serica a Como

Donatella Simonetti, “Fluctus”, 2023.

Si inaugura sabato 5 agosto alle ore 17.00, presso l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio a Como, la mostra collettiva Denudare feminas vestis: una riflessione materica ed emozionale sulla seta, eccellenza del distretto tessile comasco, e sulle possibili interpretazioni dell’universo femminile. L’esposizione, che mira a promuovere la ricerca nell’arte tessile contemporanea (fiber art), si inserisce nel programma delle Celebrazioni del Bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, pilastro comasco della cultura classica. Lo spunto per il titolo della mostra deriva infatti dalle parole di Plinio estrapolate dalla sua monumentale Naturalis Historia, indicate e approfondite dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino.

Nel corso delle sue sterminate indagini naturalistiche, Plinio si dedicò anche allo studio della seta, arrivando a confutare la credenza secondo cui il filato era prodotto e raccolto direttamente da alberi fiabeschi, coperti da soffici foglie e da lunghi filamenti, coltivati dal ricco popolo dei Seres (da cui l’origine del termine “serico”) agli estremi orientali del mondo allora conosciuto. Nel libro XI della Naturalis Historia, dedicato agli insetti, Plinio scrisse: «Al modo dei ragni si tesse la tela per lussuose vesti femminili, che sono dette bombicine. […] L’arte di dipanare i bozzoli per tesserli fu escogitata da una donna dell’isola di Cos, Panfile, figlia di Platea, che non va defraudata della gloria di aver escogitato il modo di denudar le donne vestendole». La frase ossimorica Denudare feminas vestis si lega alla considerazione di quanto, già nel primo secolo dopo Cristo, i preziosi abiti in seta che avvolgevano il corpo femminile ne evidenziassero ancora di più le forme, rendendole nude allo sguardo. Come si legge ancora nella Naturalis Historia, «l’uomo è l’unico fra tutti gli esseri viventi a procurarsi all’esterno i suoi vestiti». Il vestirsi è dunque una caratteristica propria del genere umano. Al di là della valenza biblica legata al mito di Adamo ed Eva, l’abbigliamento nasce come bisogno di protezione e di ornamento. Nei secoli l’arte e la moda hanno negoziato e declinato il concetto di coprire e di svelare il corpo femminile nelle sue molteplici valenze estetiche, etiche, culturali e politiche.

L’esposizione di Miniartexil ’32, a cura di Clarita Di Giovanni e Sergio Gaddi, presenta 54 opere di piccole dimensioni (minitessili) e grandi installazioni. Gli artisti emergenti e i nuovi talenti che parteciperanno alla mostra realizzando grandi installazioni sono: l’artista serba Brankica Zilovic (Aphrodite, 2023), l’architetto giapponese Kato Kimiyasu (Kinu, 2023), l’italo-egiziano Medhat Shafik (Origini del mondo_ da le città invisibili, 2007), gli italiani Antonella De Nisco (Bacobosco, 2023), Yari Miele (Ninfa, 2023), Donatella Simonetti (Fluctus, 2023) e Alessandro Lupi (B.N., 2010), Anne von Freyburg (Who’s Bad’ – After Fragonard, 2022), artista olandese che vive a Londra.

L’ospite clou sara l’artista zimbabwese Moffat Takadiwa, che esporrà per la prima volta in Italia due opere: The red line (2022) e Black circle (2023). Le sue opere saranno anche alla 60ma Biennale di Venezia, nel Padiglione dello Zimbabwe. Le sue opere sono arazzi contemporanei creati con rifiuti di plastica che riprendono i pattern tradizionali dei tessuti dello Zimbabwe, componendo, attraverso materiali plastici di scarto come i tasti dei computer e miriadi di piccoli pezzi trovati tra i rifiuti ad Harare, in una delle più grandi discariche del paese, opere che aprono un dialogo con temi quali l’identità culturale, l’indipendenza, la questione ambientale.

La mostra Denudare feminas vestis, presso l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, in Via Odescalchi a Como, è aperta al pubblico dal 6 agosto al 3 settembre 2023: Lu-Do, ore 11.00-19.00.

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