Lutto

È morto l’artista Christian Boltanski

È mancato a 76 anni Christian Boltanski, artista, fotografo e regista francese. Nato a Parigi da padre ucraino di origine ebraica, medico, e madre di origine corsa, la scrittrice Annie Lauran, Boltanski è celebre per le sue opere che narrano i temi esistenziali della vita e della morte attraverso sapienti giochi di luce. In Italia è stato una presenza costante che ha raggiunto i suoi apici nel monumento alle vittime della strage di Ustica nel famoso museo bolognese della Memoria. Ma anche nel Padiglione francese alla Biennale di Venezia del 2011 curato da Jean Hubert Martin con l’esposizione dal titolo Chance.

«Da Parigi arriva una notizia molto triste, con la scomparsa di Christian Boltanski se ne va un grande amico di Bologna – commenta il sindaco Virginio Merola – che ha fatto molto per questa città. Un artista eccezionale che ha saputo rappresentare la strage di Ustica nell’installazione permanente al Museo della Memoria: un’opera che non permette di essere indifferenti rispetto a quella tragedia che è costata la vita a 81 persone. Il suo rapporto con l’Associazione dei parenti delle vittime era autentico e profondo. Boltanski è stato anche il protagonista del progetto speciale che la città gli ha dedicato nel 2017 e al quale lui stesso ha collaborato. Un percorso molto importante e di grande successo che ha visto emergere diversi luoghi della città dal centro alla periferia. Nel 2018 ha ricevuto la laurea ad honorem in scienze storiche e orientalistiche dall’Università di Bologna e so che teneva molto a questo riconoscimento, assolutamente meritato. Lo piangiamo con l’affetto che merita una persona che ci ha dato così tanto».

Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e tutto lo staff dell’Istituzione Bologna Musei lo ricordano «con rimpianto e commozione per la sua grande generosità umana e per la capacità di evocare con le sue opere – talvolta con toccante profondità, talvolta con delicata ironia – l’inestricabile intreccio tra i grandi eventi storici, la fragilità delle vite individuali e i processi di trasmissione della memoria».

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