Editoriale

Emil Cioran e i frammenti di vita, morte e solitudine

Finestra sul nulla (Adelphi 2022) di Emil Cioran raccoglie una serie di appunti e aforismi del filosofo franco-romeno scritti tra il 1943 e il 1945, ritrovati presso la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi. Furono composti durante i primi anni dell’esperienza francese di Cioran, spaesato e desideroso di scrivere a più non posso nel suo esilio volontario. L’opera presenta diversi frammenti composti in un periodo intenso per la vita dell’autore. Un punto di sfogo in cui l’autore esamina se stesso. Il manoscritto non aveva titolo inizialmente. Finestra sul nulla è stato attribuito dalla casa editrice in continuità con il primo pensiero della prima pagina. Il motivo del nulla è centrale nella filosofia malinconica di Cioran. Ogni frammento – aforisma – potrebbe essere interpretato come una finestra sul nulla o una riflessione sulla vita, sulla morte e sul suicidio.

Cioran approccia i temi cruciali della vita. Dall’amore alla paura, alla rabbia, al timore. Pessimista coscienzioso, silenzioso e sofferente maestro della parola – scriveva in francese, che non era la sua lingua madre – Emil Cioran analizza le pulsioni e il turbamento dell’uomo. Anzitutto, l’uomo soffre. Il dolore è il primo dei sei macro-temi della raccolta. «La gelosia è il desiderio di soffrire ad ogni costo». «Tutto è reversibile, tranne il dolore». «Chi non prova un’immensa pietà di se stesso non può odiare gli uomini». «Quanto alla sofferenza: si è obbligati a riflettervi sinché non è finita». «La felicità conduce alla noia; l’infelicità mai. Non c’è alcuna sazietà nel dolore; quanto al piacere, si svuota». «I piaceri esauriscono i nostri sensi; i dolori il nostro essere». L’essere comporta la vita, da mettere in contrasto con la morte. «La paura del ridicolo interrompe l’inno alla vita».

«Gli altri hanno sacrificato la loro vita per niente; l’Importante nessuno l’ha scoperto, nessuno vi si è dedicato. Intorno a me osservo destini sostituibili; niente di decisivo né di irrevocabile». «Quando stringo la mano a qualcun altro rinuncio all’Assoluto». «A furia di volerci sempre superare finiamo fatalmente per raggiungere i limiti della nostra resistenza. La volontà polverizza la vita; la pigrizia la conserva». «Noi viviamo solo grazie e ciò che ignoriamo». «Preferisco un’anima vuota ma piena di dubbi a una grande anima che non si basi su una mente divorata da interrogativi». «Ogni individuo ha per tomba il senso che egli ha dato alla vita». «Ogni desiderio eccede la vita: ecco l’inconveniente dell’essere umano». La morte è uno dei temi cardini in Emil Cioran. «Con la prima goccia che è stillata nel cuore, vi si è insediata anche la morte». «Nelle nostre ossa il futuro ha preparato la sua tomba».

Tra vita e morte, si frappone l’uomo, con la sua solitudine. «Avere una vocazione significa poter restare soli con se stessi». «Chi ha letto nello sguardo e nei gesti degli uomini non ha da trarne che una lezione: l’impietrimento del cuore; e un solo ideale da proporre: la solitudine». «La solitudine è all’origine di tutti gli eventi». «È il circo della solitudine di cui ha bisogno la purificazione interiore». La solitudine è una tematica tipicamente assurda, intesa come corrente filosofica a cui Cioran faceva parte. Contempla apparentemente frammenti senza senso, assurdi, appunto. «Le idee, le cose o le persone mi attraggono solo per il loro grado di impossibilità». «Gli unici momenti propizi sono quelli che ci rigettano fuori dal tempo». «Il formicaio umano va rimpinzato e lasciato gemere di sazietà in un impero dell’ingozzamento». «Coloro che non avvertono il bisogno di tormento non scopriranno mai il vizio».

Per Cioran l’assurdo è più un linguaggio per elaborare analisi e riflessioni sulla tematica dell’esistenzialismo, l’ultimo elemento del libro. «Dopo ogni incontro con qualcuno altro, uomo o donna, saggio o cretino, le domane sono sempre le stesse: perché non si uccide? Come fa a non contemplare il suicidio? Com’è possibile che ignori a che punto egli sia inutile?». «Così spesso mi sono immaginato di non esistere, che è sorprendete che io esista ancora». «Tutto ciò che smussa le spine dello spirito ci aiuta a vivere». «L’immaginazione ha generato gli angeli; la realtà, i carnefici». «Chi ignora la decadenza non fa parte integrante dell’umanità. Il fallimento attesta la veridicità della nostra appartenenza alla sorte e alle faccende umane». «Vi sono sguardi che, intravedendo le cose, ci riconducono all’origine di tutti gli atti». «Noi siamo malati, e alla ricerca di un possente rimedio; ci struggiamo intorno a una promessa impossibile».

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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