Cinema

FFDUL 2023 premia la regista iraniana Manijeh Hekmat

La decima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano, in programma dal 19 al 29 ottobre 2023, attribuirà il premio Diritti Umani per l’Autore 2023 alla regista iraniana Manijeh Hekmat. «Il suo cinema, che racconta da sempre la società iraniana con uno sguardo attento alla condizione femminile» si legge nel comunicato, «non si limita a rappresentare la realtà ma piuttosto la sfida, la esplora e la mette in discussione in maniera audace e incisiva». «I suoi film», si aggiunge, «invitano il pubblico a riflettere sulle ingiustizie, le discriminazioni e le sfide che la società affronta, incoraggiandolo a considerare il proprio ruolo come cittadini attivi e partecipi nel promuovere un mondo più equo e giusto».

La regista sarà presente a Lugano per ritirare il Premio (venerdì 27 ottobre) e presentare due titoli che fanno parte della sua filmografia: Women’s prison, il suo primo lungometraggio, che racconta la storia di una detenuta nelle carceri iraniane e la sua protesta contro un trattamento disumano e i dogmi del governo, e 19, storia della pittrice Mitra che, a causa del Covid-19, entra in coma e inizia a viaggiare nei suoi ricordi e in quelli di un’intera società. Women’s prison è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e, l’anno successivo, è stato premiato con l’Amnesty International Award al Festival di Rotterdam, mentre con 19 la regista ha vinto il Life Beyond Life Film Festival di Torino. Del suo primo film esiste attualmente soltanto una copia in 35 mm e verrà mostrato al FFDUL in una versione digitale provvisoria, allestita appositamente per il Festival.

“Women’s prison” di Manijeh Hekmat.

«Il FFDUL vuole dedicare il Premio Diritti Umani per l’Autore 2023 a tutti gli artisti e a tutte le donne in particolare, in un momento molto difficile della società iraniana, omaggiando un’artista che, attraverso il cinema, ha intrapreso un viaggio resistente e tenace nella creatività e nella ricerca, nella vita e nella morte, nell’amore e nella guerra», spiega Antonio Prata, Direttore del FFDUL. «Un percorso politico ma anche pieno di immaginazione, in cui l’autrice, nonostante le tante difficoltà e le censure incontrate come donna e come artista, non smette mai di sognare, di rincorrere un futuro migliore e libero per sé e per il suo popolo».

La forza dell’artista, ma in generale le condizioni di lavoro di molti cineasti iraniani, che spesso devono trovare espedienti per realizzare i loro film, possono essere rappresentate da questa sua dichiarazione sulla lavorazione di Women’s prison: «Non potevamo costruire un carcere come set a causa della nostra situazione economica difficile. Quindi abbiamo dovuto convincere le autorità a farci lavorare in carceri vere e proprie. Ci siamo rivolti alle autorità giudiziarie, che hanno immediatamente rifiutato la nostra proposta. Non mi sono arresa affatto. Ho avuto 42 incontri diversi con le autorità in tre mesi e alla fine ho ottenuto il carcere». Una volta terminato, il film è stato censurato dal governo iraniano.

La decima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano, intitolata Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, dal primo articolo della  Dichiarazione universale dei diritti umani, verrà presentata il 10 ottobre 2023.

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