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I contenuti dell’Osservatore n.51/2021

I contenuti del numero 51/2021 de L’Osservatore, disponibile da sabato 18 dicembre 2021:

Nell’editoriale Remigio Ratti riflette sull’attuale difficile contesto geopolitico nel quale la Confederazione elvetica si trova a dover agire durante la pandemia, stretta nella morsa fra lo stallo nelle relazioni con l’UE e una nuova dialettica tra governo federale, Cantoni e macro­regioni, destinata a incidere sull’evoluzione del nostro federalismo.

Markus Krienke apre la sezione “Forum” commentando la grave crisi politica che sta attraversando la Bosnia ed Erzegovina: il ritiro della Repubblica Serba dalle tre principali istituzioni della Federazione, orchestrato dal leader dei serbi bosniaci Milorad Dodik, potrebbe riportare la guerra nei Balcani. Pietro Ortelli si sofferma invece sulle Linee guida della Commissione europea per la comunicazione inclusiva, documento poi ritirato ma che dà spazio a una più ampia riflessione sulla “cultura” dell’inclusività. Si prosegue con Corrado Bianchi Porro che riferisce della proposta dell’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici: titolare la piazza del LAC al 46° parallelo.

Si sta chiudendo l’anno dantesco e siamo giunti anche all’appuntamento conclusivo della rubrica La voce di Dante di Gilberto Isella, tornerà a gennaio con i consueti contributi di critica letteraria. La sezione “Cultura” prosegue con Laura Di Corcia, che ne Il canto dei libri recensisce La vita adulta di Andrea Inglese, secondo capitolo di una trilogia in fieri iniziata con Parigi è un desiderio. Dalmazio Ambrosioni ci invita invece a riscoprire l’artista locarnese Felice Varini, cui è dedicata un’esposizione alla Galleria Buchmann di Lugano. La cartolina di Massimo Daviddi, come al solito, è ricca di suggestioni che collegano il presente al passato attraverso la memoria e questa volta il tema, partendo da una lavagna, è sullo scrivere. Luca Cerchiari si occupa di due libri che affrontano il mondo del jazz con percorsi opposti: Il chiaro e lo scuro a cura di Gianfranco Salvatore e Storia del jazz di Ted Gioia. Per la rubrica di questa settimana Emanuele Sacchi recensisce Cry Macho, ultimo e discusso film di Clint Eastwood, chiaramente ma anche “volutamente” minore, e House of Gucci di Ridley Scott, che lavora sulle forme del trash sub-televisivo per raccontare il celebre delitto legato al mondo della moda. Enrico Morresi e Antonella Rainoldi dedicano infine i loro contributi alla prima scaligera, ciascuno trattando l’argomento dal suo punto di vista professionale, come critica musicale e come spettacolo televisivo.

La sezione economica, curata da Corrado Bianchi Porro, si apre con due prospettive per il 2022: quella di Kevin Thozet e Raphaël Gallardo di Carmignac, che si soffermano sui fattori problematici che rischiano di accentuare il rallentamento dell’economia, e quella di Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan AM, secondo cui l’economia è forte, ma vi sarà scarsità di offerta in alcuni rami. Il settimanale si chiude con il meeting di Natale svoltosi a Villa Ciani, occasione in cui sono intervenuti Alessandro Beggio, CEO di Vector WM, Giuseppe Perale, fondatore di IBI Industrie Biomediche Insubri, e Quentin Ladetto, direttore del programma di ricerca Technology Foresight presso armasuisse.

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