LAC

“Il libro dei sogni” si apre con Marianne e un’inedita Mirandolina

Il focus Il libro dei sogni, che dona il titolo alla stagione 2023/24 del LAC, si apre con due spettacoli, in programma nella Sala Teatro e con inizio alle ore 20.30.

Si inizia domenica 22 ottobre con la coproduzione LAC En Abyme, lavoro scritto da Tolja Djoković e diretto da Fabiana Iacozzilli, regista capace di creare spettacoli dal forte impatto visivo. Alla base del testo le esplorazioni negli abissi oceanici ad opera di James Cameron: nel 2012 il regista canadese raggiunse il punto più profondo della Fossa delle Marianne; Djoković prende le mosse da quell’esperienza per immergersi negli abissi intimi dell’essere umano. En Abyme è un gioco di rispecchiamenti, un testo prismatico che ribalta continuamente il punto di vista sulle vicende narrate e ci interroga su chi siamo, su chi ci guarda e su cosa siamo in grado di far tornare alla luce di noi stessi. En Abyme interseca e sovrappone quattro differenti livelli di narrazione: c’è il “documentario”, incentrato sull’impresa di Cameron; “Lei, Lui e La Bambina”, dedicato al racconto di un rapporto padre/figlia; “L’occhio”, ovvero la lente di una telecamera che, replicando metaforicamente l’operazione del regista di Titanic, riprende la quotidianità di una donna; infine c’è “Marianne”, la voce femminile protagonista della vicenda che si contende con il “documentario” il ruolo di narratrice dell’abisso. È un canto continuo in cui immagini, azioni, ambienti, suoni e parole dialogano, costruendo sensi inediti. «Nel mio lavoro – spiega Djoković, vincitore del 57° Premio Riccione per il Teatro – il filo rosso della discesa negli abissi è fondamentale, una situazione esemplificativa di stati d’animo diversi, da un lato la paura di andare a fondo, dall’altro la scoperta che può fare solo chi è pronto a correre il rischio di perdersi».

Martedì 24 e mercoledì 25 ottobre Antonio Latella inaugura il focus Le grandi protagoniste, i grandi protagonisti con La locandiera di Carlo Goldoni, primo testo italiano di cui è protagonista una donna, Mirandolina, qui interpretata da Sonia Bergamasco (Premio Ubu 2022 come miglior interprete di Chi ha paura di Virginia Woolf, sempre diretta da Latella). La locandiera verte intorno al «tema dell’eredità che è il punto cardine di tutto – scrive Latella nelle note di regia –. Mirandolina eredita dal padre la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda». «Credo che Goldoni – aggiunge Antonio Latella – con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro Paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti». Sonia Bergamasco dà vita a una Mirandolina differente da quella che la tradizione ha spesso proposto, sottolineando la profondità dell’approccio goldoniano.

Prevendite aperte su www.luganolac.ch

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