Scienza

Il Nobel per la Fisica va agli scienziati dei buchi neri

Da sin: Roger Penrose, Andrea Ghez, Reinhard Genzel.

L’Accademia delle Scienze svedese ha attribuito il Premio Nobel per la Fisica 2020 per metà al britannico Roger Penrose «per la scoperta che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività» e per l’altra metà congiuntamente al tedesco Reinhard Genzel e alla statunitense Andrea Ghez «per la scoperta di un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia».

Roger Penrose è stato premiato per avere messo a punto il metodo matematico per dimostrare la teoria della relatività generale di Einstein e di essere arrivato, per questa strada, a dimostrare che la teoria prevede la formazione dei buchi neri, entità cosmiche che occupano lo spazio-tempo catturando qualsiasi cosa nelle vicinanze. In seguito Reinhard Genzel e Andrea Ghez hanno scoperto che il centro della nostra galassia, la Via Lattea, è occupato da un oggetto invisibile e massiccio. Alla luce delle conoscenze attuali l’unica spiegazione possibile è l’esistenza di un buco nero.

Cosmologo di fama internazionale, Roger Penrose è nato nel 1932 in Gran Bretagna, a Colchester, e nel 1957 si era laureato nell’Università di Cambridge. Ha insegnato a lungo nell’Università di Oxford. Reinhard Genzel è nato nel 1952 in Germania, a Bad Homburg vor der Höhe. Si è laureato nel 1978 nell’Università tedesca di Bonn e in seguito ha diretto l’Istituto Max Planck per la Fisica Extraterrestre. In seguito si è trasferito negli Stati Uniti per insegnare nell’Università della California a Berkeley. Andrea Ghez è nata nel 1965 negli Stati Uniti, a New York, e nel 1992 si è laureata presso il California Institute of Technology (Caltech). Attualmente insegna nell’Università della California a Los Angeles.

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