Teatro

La prima settimana di dicembre del LAC

“Au bord” di Claudine Galea. © Cosimo Trimboli – Romaeuropa Festival.

La stagione del LAC di inizio dicembre si declina in una variegata offerta: Feeling Science, esperimento teatrale di Demattè, Gonella e Chiodi, Au bord in cui Monica Piseddu è diretta da Valentino Villa, Kety Fusco con la sua arpa elettrica, lo spettacolo per famiglie Il bambino e la formica. Nell’ambito del focus “La luce dell’ombra”, giovedì 1 dicembre alle ore 20.30 sul palco del LAC va in scena Feeling Science, esperimento teatrale di cui sono protagoniste nove scienziate, diretto da Simona Gonella e Andrea Chiodi e con la drammaturgia di Angela Dematté. In questo momento difficile della nostra storia in cui abbiamo toccato con mano la complessità del rapporto tra scienza e politica, c’è la necessità di trovare un nuovo modo di gestire tutta la potenza conoscitiva che la scienza offre alla politica. Un lavoro realizzato in collaborazione con JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea) di Ispra, che affronta la complessità del rapporto tra scienza e arte con un testo originale, concepito e interpretato grazie all’aiuto di alcune scienziate di tutta Europa che si sono messe in gioco recitando loro stesse.

Vincitore del Grand Prix de littérature dramatique, Au bord della drammaturga francese Claudine Galea andrà in scena in prima nazionale al Teatro Foce venerdì 2 e sabato 3 dicembre alle ore 20.30. Un lavoro in cui Valentino Villa dirige Monica Piseddu. Al centro dello spettacolo vi è una foto: una donna indossa un’uniforme e tiene stretto un uomo al guinzaglio. Scattata nella prigione di Abu Ghraib in Iraq e apparsa sul Washington Post il 21 maggio del 2004, l’immagine – terribile documento – porta con sé l’impronunciabilità, l’inafferrabilità, l’orrore dell’atto di violenza, la sua irrappresentabilità. Ma è sulla donna che si concentra l’attenzione dell’autrice: a partire dall’inconfessabile attrazione per questa figura femminile, per la sua oscenità, si incatenano nella testa e nel corpo di chi parla diverse figure femminili. Un libero quanto pericoloso scivolare dalla figura della soldatessa a quella dell’amante – da cui Galea stessa è stata abbandonata – fino alla madre, figura torturatrice. La foto diventa icona dell’inesprimibile, oggetto drammaturgico evirato dal suo senso strettamente documentale e politico. Un atto di sovversione, forse, che nutre la primaria e sconvolgente esperienza che il testo propone. Au bord si interroga sulla natura dell’immagine e sulle possibili connessioni fra queste, la psiche e il pensiero.

Giovane regina dell’arpa elettrica, tra le più interessanti artiste emergenti del panorama svizzero, Kety Fusco sarà in Teatrostudio del LAC sabato 3 dicembre alle ore 20.30, protagonista di un nuovo progetto live, creato in collaborazione con i visual artist Gabriele Ottino e Sharon Ritossa. Un viaggio visuale e sonoro che accompagna lo spettatore in una dimensione musicale estemporanea, lontana dai canoni classici dell’arpa e ricca di immagini in movimento che suggeriscono temi contemporanei. Sfruttando i materiali di cui è fatta un’arpa classica, ovvero legno, metallo e budello, Fusco produce suoni ed ambientazioni che ne suggeriscono la destrutturazione, evocando immagini, ambientazioni e colonne sonore che si legano perfettamente agli immaginari visuali creati dai due visual artist; le parti scomposte di un’arpa generano una visione avanguardistica dell’antico strumento.

Domenica 4 dicembre alle ore 16 al Teatro Foce, Fontemaggiore – storica realtà teatrale del teatro ragazzi – presenta Il bambino e la formica, favola sull’importanza per i bambini di sognare, giocare e immaginare il mondo e quello che non c’è (dai 5 anni, replica per le scuole il 5.12 alle 09.30). Ayo è un bambino che non ha mai visto il sole, infatti lavora nel Formicaio, una miniera del Congo. Un giorno, una frana lo travolge. Aspettando i soccorsi, fa un incontro incredibile e imprevedibile con Undici, formica burbera ma dal cuore gentile. Superata la sua diffidenza verso i bambini, Undici decide di aiutare Ayo. I due iniziano insieme un viaggio verso l’alto, verso la conoscenza di se stessi e la consapevolezza del loro posto nel mondo, imparando l’uno dall’altro che la vita è un sogno da rincorrere. Lo spettacolo è in collaborazione con la Rassegna Senza confini – Teatro Pan, nell’ambito di LAC edu.

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