Teatro

La stagione del LAC si apre con Melville e Goldoni

Miss Bartleby di Marco Maria Linzi. Foto: Alessandro Saletta

Concluse le festività, la stagione del LAC riparte con numerosi appuntamenti: le produzioni Miss Bartleby. Non è tempo di essere per la regia di Marco Maria Linzi (9 e 10 gennaio) e Vorrei una voce di e con Tindaro Granata (11-13 gennaio al Foce), seguite da Un curioso accidente diretto e interpretato da Gabriele Lavia (12 e 13 gennaio) e Coreomedia di AiEP presentato nell’ambito della mostra La Regionale in corso a Villa Ciani (13 gennaio).

Primo appuntamento dell’anno al LAC martedì 9 e mercoledì 10 gennaio (ore 19.00), con Miss Bartleby. Non è tempo di essere, lavoro scritto e diretto da Marco Maria Linzi, prodotto dal LAC insieme al Teatro della Contraddizione e a Manifatture Teatrali Milanesi. Lo spettacolo è tratto da una delle opere più enigmatiche del celebre scrittore statunitense Herman Melville, Bartleby lo scrivano. Nel racconto, il mite e diligente Bartleby viene assunto come scrivano in un ufficio legale di Wall Street e, fin da subito, inizia a comportarsi in modo singolare: piegato sulla sua scrivania, copia documenti giorno e notte, ma a qualsiasi altro compito richiesto dall’avvocato oppone sempre la risposta “preferirei di no”, senza dare alcuna spiegazione. Attraverso una drammaturgia composta da testo, elementi espressivi e sonori, il lavoro di Marco Maria Linzi si trasforma in un viaggio distopico nel tempo e nello spazio al fine di cogliere l’universalità di un personaggio ormai mitico.

Dall’11 al 13 gennaio (ore 20.30), il Teatro Foce ospita il debutto assoluto di Vorrei una voce di e con Tindaro Granata, lavoro prodotto dal LAC in collaborazione con Proxima Res. Uno spettacolo in forma di monologo, suggerito dal lungo percorso teatrale che l’autore e attore siciliano – recentemente insignito per la seconda volta del Premio Nazionale della Critica 2023 – ha realizzato al teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina della sezione femminile di alta sicurezza nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare. Attraverso le canzoni di Mina, scelte dalle detenute per raccontare se stesse e interpretate in playback da Granata, Vorrei una voce racconta storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante, «vogliono l’amore, quella spinta forte ed irruente che permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno» – dichiara l’autore. Granata è accompagnato in questo lavoro da Luigi Biondi, disegno luci, Aurora Damanti, costumi, Alessandro Bandini, assistente regia.

“Un curioso accidente” di Gabriele Lavia. Foto: Tommaso Le Pera

Dopo Il berretto a sonagli, presentato nella scorsa stagione, Gabriele Lavia, tra i protagonisti del teatro italiano degli ultimi quarant’anni, dirige e interpreta venerdì 12 e sabato 13 gennaio (ore 20.30) la divertente commedia goldoniana Un curioso accidente. Scritta da Goldoni nel 1760 ispirandosi a un fatto realmente accaduto, è la storia crudele, drammatica, ma anche esilarante, di una famiglia sullo sfondo della Guerra dei sette anni che si combatté tra il 1756 e il 1763 e che coinvolse le principali potenze dell’epoca. Tutto nasce da un equivoco creato da una giovane fanciulla per allontanare da sé il sospetto di un amore non accettato dal padre; la ragazza farà credere che egli sia innamorato di una sua amica, figlia di un finanziere e rivale in affari del padre. Affiancano Lavia sul palco, Federica Di Martino, Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Marco Rivolta.

Sabato 13 gennaio (ore 17.00), la coreografa e danzatrice Ariella Vidach e il videoartista Claudio Prati – direttori artistici di AiEP – presentano Coreomedia, lavoro creato ad hoc per La Regionale, mostra allestita a Villa Ciani fino al 28 gennaio. L’intervento performativo di AiEP propone delle coreografie inedite site specific, inserite in un contesto spazio-temporale che espande le dimensioni del reale e colloca i danzatori e il pubblico sulla “soglia”. Uno spazio intermedio ibrido, al limite del confine tra realtà e virtualità, dove è possibile sperimentare nuove percezioni del corpo e dell’ambiente, relazionandosi con gli elementi che lo compongono così come con i soggetti che lo animano.

Prevendite aperte sul sito luganolac.ch

In cima