Conferenza

La storia di Giona, conferenza con Carlo Ossola

Nell’ambito del ciclo di letture bibliche su Bibbia, letteratura e filosofia, alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano il prof. Carlo Ossola terrà una conferenza sul tema Grandi e infinitesimi Giona. L’incontro, introdotto da Fernando Lepori, è in programma lunedì 28 marzo, alle ore 20.30.

Giona fuoriesce dal ventre della balena – Miniatura tedesca del Medioevo.

Pochi libri dell’Antico Testamento hanno avuto così alta fortuna, nella letteratura italiana, come Il libro di Giona e l’episodio dell’essere inghiottito, il protagonista, da un «gran pesce» in cui dimora tre giorni e tre notti. Letto come preannuncio della Risurrezione del Cristo negli stessi Evangeli, il “segno di Giona” riappare nel Vangelo di Luca (11, 29-32): «Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona». E susciterà molte interpretazioni figurali da Ambrogio a Alcuino, da Agostino a Thomas Merton. L’episodio torna più volte sviluppato nei nostri classici sin dai Cinque canti dell’Ariosto (IV, 13 ss.): «Avea Ruggier lasciato poche miglia / Tariffa a dietro, e dalla destra sponda / Vede le Gade, e più lontan Siviglia, / E nelle poppe avea l’aura seconda:/ Quando a un tratto di man, con maraviglia, / Un’isoletta uscir vide dell’onda: / Isola pare, ed era una balena / Che fuor del mar scopría tutta la schiena». L’occorrenza certo più celebre è nelle Avventure di Pinocchio (capp. 34-35), ove il burattino, gettato in mare, «è ingoiato dal terribile Pesce-cane», ma nel ventre vi ritrova Geppetto e di lì inizia la sua definitiva redenzione. Nella poesia del Novecento, il mito di Giona si fa dolorosa meditazione sulla guerra in Montale: «- ma buio, per noi, e terrore /e crolli di altane e di ponti / su noi come Giona sepolti / nel ventre della balena -» (Ballata scritta in una clinica) e coscienza della nostra fragilità, supplica e destino in Giovanni Giudici: «Portaci sacco infinito infinitesimi giona» (Lume dei tuoi misteri), e solidale grumo di umanità: «Non ero Giona sepolto nell’umido / respiro dello squalo: fu un vapore / d’uomini che m’accolse […]» (La stazione di Pisa, II).

Carlo Ossola è professore onorario al Collège de France, cattedra di “Letterature moderne dell’Europa neolatina”, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, membro dell’American Academy of Arts and Sciences, fellow della British Academy, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e condirettore di “Lettere Italiane” e della “Rivista di Storia e Letteratura Religiosa”. Dal 2007 al 2017 è stato direttore dell’Istituto di studi italiani dell´USI.

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