Territorio

Tutela e protezione del patrimonio culturale: il progetto per i Sacri Monti

Sacro Monte Madonna del Sasso (Orselina, Canton Ticino).

Il patrimonio culturale è una risorsa condivisa e un bene comune. Come altri beni, anche questo può deperire per cause naturali, per incuria, per un eccessivo sfruttamento o per mancanza di risorse. L’Istituto materiali e costruzioni della SUPSI è attivo su questo tema con un progetto transfrontaliero che ha l’obiettivo di sviluppare un modello sostenibile di protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale tipico del territorio di confine tra Italia e Svizzera.

L’Istituto materiali e costruzioni della SUPSI, in collaborazione con l’Ufficio dei beni culturali del Canton Ticino e con la Sezione della logistica hanno aderito al progetto transfrontaliero Interreg V-A “I Sacri Monti: patrimonio comune di valori, laboratorio per la conservazione sostenibile ed una migliore fruibilità turistica dei beni culturali” con l’obiettivo di promuovere interventi di cura e manutenzione continua sui beni del patrimonio cantonale. Il progetto, finanziato dai Fondi Europei FESR, dal Governo italiano, dalla Confederazione svizzera e dal Canton Ticino, ha visto il suo debutto ufficiale all’inizio di novembre e si stanno ora affrontando le prime fasi del lavoro.

«A partire dal caso studio dei Sacri Monti presenti su entrambi i versanti del confine svizzero-italiano» – spiega la responsabile del progetto prof.ssa Giacinta Jean – «il progetto mira alla valorizzazione e alla gestione integrata e sostenibile delle risorse ambientali e culturali, rafforzando la cura continua del patrimonio, la manutenzione, l’uso efficiente delle risorse, la formazione di una rete di operatori capaci di intervenire manualmente e progettualmente sul patrimonio storico e contribuire così a consolidare il senso di identità comune delle popolazioni locali e l’attrattività dell’area». All’interno di questo ampio obiettivo, il gruppo di lavoro dell’Istituto materiali e costruzioni si occuperà in particolare di formulare delle indicazioni pratiche per mettere a punto un piano di manutenzione sul Sacro Monte di Orselina affinché i risultati ottenuti nel grande progetto di restauro che ha interessato l’intero complesso e che si è concluso nel 2012, possano durare il più a lungo possibile nel tempo. A partire da questo progetto pilota, si intende dotarsi degli strumenti operativi per aiutare i proprietari ad introdurre la pratica della manutenzione regolare del patrimonio costruito e limitare in questo modo più costosi interventi di restauro.

Specificità dei Sacri Monti è quella di essere dei complessi di valore ambientale, architettonico e artistico ideati in contesti di elevato interesse paesaggistico e dotati di un particolare significato devozionale e simbolico. In essi coesistono i migliori esiti delle tecniche costruttive tradizionali locali con un sapiente adattamento all’ambiente e alla corografia dei luoghi e con mirabili realizzazioni artistiche, riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio culturale dell’umanità. I Sacri Monti propongono a livelli qualitativi elevati ciò che più diffusamente si può ritrovare negli edifici religiosi, nelle cappelle campestri isolate o nelle edicole votive, nel sistema di itinerari devozionali, di composizione degli spazi aperti e dei giardini storici, nell’edilizia realizzata con materiali tradizionali. I Sacri Monti sono stati scelti come casi esemplari per la complessità dei problemi conservativi che pongono, connessi alla tipologia dei materiali utilizzati, alle tecniche di lavorazione e costruzione, alla stratificazione degli interventi succedutisi nel tempo, alla contiguità con la vegetazione, alle condizioni ambientali, all’affluenza di pubblico e questo li rende uno straordinario modello di sperimentazione di soluzioni replicabili su altri beni culturali analoghi dell’edilizia storica tradizionale, religiosa e civile.

Al termine del progetto, di durata triennale, ci si attende che si possano avere gli strumenti operativi adeguati per promuovere una nuova visione della conservazione, intesa non più come una serie di interventi di restauro puntuali per fare fronte alle emergenze ma come un processo di gestionedi opere con valori storico-artistici e culturali che valuti in modo organico priorità di intervento, sostenibilità economica e durabilità nel tempo delle azioni intraprese.

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