Territorio

Un’app per esplorare in modo nuovo il territorio ticinese

App "Le chiave della cultura"

Poter accedere alla cultura secondo il proprio desiderio di sapere, anche quando si tratta di piccoli edifici discosti ma dal grande valore per la storia locale e non solo. E avendo tra le mani la sensazione concreta che le porte del monumento si aprano al momento giusto, esattamente quando arriviamo sul posto, senza che un lucchetto chiuso impedisca il nostro essere turisti, visitatori, o forse studiosi. Così – con un’idea di cultura «altra», fruibile in ogni istante, di giorno o di notte – l’Associazione progetti non profit (A-Pro) in collaborazione con l’Organizzazione turistica regionale (OTR) Bellinzonese e Alto Ticino nei prossimi anni intende rivoluzionare il rapporto dell’utenza con i monumenti storici, grazie all’app sviluppata, che permette tramite una tecnologia specifica di accedere al bene storico in qualsiasi momento. Una vera e propria chiave “digitale” – l’app, con il nome di “Chiavi della cultura” è scaricabile dagli store di Apple e Android – che di fatto sollecita il monumento, scannerizzato il codice QR, ad aprirsi “su comando”. «Per ora le chiese coinvolte sono due: la chiesa di Santa Maria del Castello e la chiesa di San Pellegrino, entrambe a Giornico. Ma entro la fine del 2023 contiamo di riuscire a far funzionare nello stesso modo l’accesso ad altri 20-25 monumenti di rilevanza storica», ci racconta Juri Clericetti dell’OTR. «Abbiamo appoggiato il progetto anzitutto per il suo concetto di fondo: adattarci all’autonomia e all’indipendenza dell’utenza». In totale sicurezza per il monumento stesso, dato che l’entrata, di qualsiasi utente che usa l’applicazione, resta tracciata con i propri dati personali: «Come organizzazione turistica regionale è inoltre parte del nostro mandato di legge quello di produrre e far circolare informazioni. L’app risponde anche a questa esigenza di mediazione turistica, garantendo non solo l’accesso al monumento ma anche, poi, la possibilità di scoprirlo attraverso la sua storia e la sua evoluzione».

«L’app, concretamente, svolge tre funzioni: apre i monumenti; fornisce informazioni su di esse in quattro lingue e, infine, permette anche di fare con un semplice click una donazione in favore dei proprietari del monumento, per il suo mantenimento ed eventuali restauri. Siamo stati supervisionati, in questo, dall’Ufficio dei Beni culturali del Cantone (UBC) e, in quanto alle due chiese finora messe a disposizione, dalla Commissione di Arte Sacra della Diocesi di Lugano», ci spiega nel dettaglio il suo realizzatore, Marcello Martinoni di A-Pro. Un’idea, racconta, che nasce un po’ per caso, durante una tranquilla passeggiata alle Gole della Breggia, quando sul cammino incontra la “Chiesa Rossa” di Castel San Pietro, prova, attirato dai suoi restauri, ad aprirla per visitarla, ma la trova chiusa. «Mi sono detto che sarebbe proprio stato bello, in futuro, evitare che si ripresentassero simili situazioni anche per altri. L’app è ora matura per essere utilizzata a quanti più monumenti possibili. Speriamo di poter estendere il progetto, dopo il Ticino, all’intera Svizzera. Per questo siamo a disposizione di qualsiasi persona che sia proprietaria di qualche edificio storico di valore, per rispondere a tutte le domande del caso. È infatti un progetto che deve coinvolgere in prima persona anche i proprietari degli edifici. Cerchiamo, tra le testimonianze storiche da rendere accessibili, non solo chiese ed edifici sacri; vorremmo fossero resi accessibili anche torchi, mulini, palazzi o magari, più in là, anche musei».
Un progetto che, non da ultimo, si coniuga alle novità più recenti portate avanti dall’Organizzazione turistica sottoforma di nuovi progetti: «Stiamo lavorando, a sostegno dall’associazione Via Francisca del Lucomagno, a una seria riqualificazione dell’omonima via, l’antico percorso anche conosciuto come “strada dei Papi”, percorso nei secoli dai pellegrini che da Costanza, discendendo dal Lucomagno, giungevano a Ponte Tresa per poi proseguire verso l’Italia, Pavia in particolare, dove la Via Francisca confluiva nella Via Francigena proseguendo verso Roma», aggiunge Clericetti. «In un certo senso, “Le chiavi della cultura” è un progetto complementare a questo: servirà ai futuri viandanti che percorreranno questa via per poter accedere ai monumenti storici che incontreranno sul loro cammino permettendo loro di ammirarne le bellezze in tutta comodità e in qualsiasi momento».

Per ulteriori informazioni: www.chiavicultura.ch

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