Lutto

Addio al regista Paolo Taviani

I fratelli Taviani nel 2015 a Cannes. Foto. Wikimedia Commons

È morto il regista Paolo Taviani. Aveva 92 anni. Lunedì 4 marzo si terrà la cerimonia laica funebre alla Promototeca del Campidoglio, dalle 10 alle 13. Nella sua lunga carriera da regista ha vinto tutti i più importanti riconoscimenti e premi cinematografici italiani ed europei. Con il fratello Vittorio, scomparso nel 2018, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano. Paolo Taviani aveva da poco annunciato il ritorno sul set dopo aver diretto nel 2022 il film Leonora Addio, il suo primo lungometraggio da solista dopo la morte del fratello. Il nuovo film si sarebbe dovuto chiamare Il canto delle Meduse e avere come protagonista l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato (Pisa) l’8 novembre 1931, era arrivato a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio. Iniziarono a lavorare nel cinema e diressero alcuni documentari tra cui San Miniato luglio ’44, con il contributo alla sceneggiatura di Cesare Zavattini.  “I fratelli Taviani” sono diventati nel tempo un vero e proprio “marchio cinematografico”: nel 1967 iniziarono un’attività autonoma, dirigendo, da allora sempre insieme, il primo film, I sovversivi. Tra le loro pellicole di maggior successo figurano: Sotto il segno dello Scorpione (1969); San Michele aveva un gallo (1971); Allonsanfàn (1974); La notte di San Lorenzo (1982); Kaos (1984), ispirato alle novelle di Luigi Pirandello; Fiorile (1993); Le affinità elettive (1996), dall’originale romanzo omonimo di Goethe; Tu ridi (1998).

Nella loro filmografia spicca Padre padrone (1977), dal libro-simbolo dello scrittore sardo Gavino Ledda, vincitore della Palma d’Oro e del Premio della Critica al Festival di Cannes. La pellicola ottenne anche il Gran Prix al Festival di Berlino, il David di Donatello speciale e il Nastro d’Argento per la miglior regia. Del 2007 è La masseria delle allodole, tratto dall’omonimo bestseller della scrittrice Antonia Arslan che racconta il genocidio del popolo armeno durante la Prima guerra mondiale, mentre nel 2012 i due registi hanno diretto Cesare deve morire, dramma carcerario ambientato a Rebibbia che nello stesso anno è stato insignito dell’Orso d’oro al Festival di Berlino ed è valso ai Taviani i due maggiori premi ai David di Donatello, quelli di miglior film e di migliore regista. Nel 2015 i fratelli sono tornati alla regia con Maraviglioso Boccaccio, liberamente ispirato al Decamerone. Nel 2016 hanno ricevuto il David di Donatello Speciale per il 60° anniversario della cerimonia. Nel 2017, per l’ultima volta in coppia, hanno diretto il film Una questione privata, tratto dal romanzo omonimo di Beppe  Fenoglio, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma.

Dopo la morte del fratello Vittorio, Paolo ha scritto e diretto da solo Leonora addio (2022), ispirato da una novella di Luigi Pirandello. Il regista, prima di ammalarsi, stava lavorando a un nuovo film, Il canto delle meduse con Kasia Smutniak. Il progetto, ambientato in uno dei periodi della storia recente più bui, intreccia quattro racconti legati alla traiettoria narrativa della pandemia del 2020. Tra le vicende raccontate spicca quella di Valeria, una donna che, prima di morire a causa del Covid-19, esprime alle sue amiche il forte desiderio di essere sepolta da sola, e non nella tomba di famiglia insieme al marito che odia da sempre.

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