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“Arte e Cultura”, presentazione del n°22 alla Chiesa dei SS Pietro e Paolo a Quinto

Venerdì 10 giugno, alle ore 16.30, si terrà alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Quinto la presentazione del n°22 di Arte e Cultura. Interverranno:  Giorgio Mollisi, Direttore Arte e Cultura; Saverio Lomartire, Professore di Storia dell’Arte Medievale Università degli Studi del Piemonte Orientale; Andrea Spiriti, Professore di Storia dell’Arte Moderna Università degli Studi dell’Insubria.

Arte e Cultura, il trimestrale della Fontana Edizioni, in questo volume della collana si occupa della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Quinto. Situata nella Valle Leventina, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerosi edifici sacri risalenti al Romanico, la parrocchiale di Quinto è una rilevante testimonianza del passato medievale del Cantone Ticino. La chiesa di Quinto ha infatti origini molto antiche, che risalgono addirittura all’VIII-IX secolo, quando nella stessa posizione era presente un piccolo edificio di culto. Nel X-XI secolo si procedette ad un ingrandimento dello stesso, dotandolo di una seconda navata absidata, e nel XII secolo, furono costruiti una cripta a oratorio e un presbiterio sopraelevato.

Di questa struttura, preservata praticamente intatta fino al Seicento, oggi rimangono in particolar modo il campanile e la porzione inferiore della cripta, esclusa però dal percorso di visita e raggiungibile solamente tramite una stretta botola collocata nel presbiterio. La ricostruzione a cui la chiesa fu sottoposta alla fine del XVII secolo, per opera di Antonio Rossalino, della vicina Catto, assieme ad alcuni suoi soci, fu attuata con la precisa volontà di perseguire una specie di “principio di continuità” tra l’edificio medievale e la nuova chiesa, che comportò il recupero pressoché totale dell’apparecchiatura muraria e il riuso dell’apparato scultoreo figurativo della vecchia chiesa all’esterno della nuova parrocchiale.

Per contro, se l’esterno si presenta come un ricco campionario di scultura romanica, con i vari elementi di reimpiego che il più delle volte paiono collocati con un intento preciso, l’interno della chiesa non conserva testimonianze medievali, ma si caratterizza per la contemporanea presenza di opere d’arte barocche, rococò e ottocentesche eseguite da artisti provenienti dal nord delle Alpi, come quel Johann Ritz attivo anche nell’abbazia benedettina di Disentis o come l’austriaco Franz Josef Moosbrugger. Importanti le presenze di artisti ticinesi come i leventinesi Tommaso e Stefano Calgari, oltre ad Antonio Pisoni di Ascona che, con Carlo Giuseppe Zezio di Locarno, esegue una poderosa struttura lignea a tempietto fra le più interessanti del Ticino.

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