Teatro

Debutta al LAC “Se ci fosse luce” di Francesca Garolla

© LAC Lugano Arte e Cultura – Luca del Pia

Sabato 22 aprile alle ore 20.30 e domenica 23 aprile alle ore 18.00 va in scena al LAC, dopo il debutto al Teatro delle Moline di Bologna, il nuovo spettacolo di Francesca GarollaSe ci fosse luce, lavoro che, partendo dai tragici accadimenti del sequestro Moro, si interroga sul tema del libero arbitrio e sulle sue possibili conseguenze. Prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale, Se ci fosse luce è interpretato da Giovanni Crippa, Angela Demattè, Paolo Lorimer, ed Anahì Traversi.

«Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo»: questa frase chiude una delle ultime lettere che Aldo Moro scrisse alla moglie Eleonora poco prima di morire. Partendo dalla celebre telefonata del 9 maggio 1978 in cui Valerio Morucci, esponente delle Brigate Rosse e responsabile della logistica del rapimento comunica al giovane giurista Francesco Tritto, allora assistente di Moro all’università, l’avvenuta esecuzione del Presidente DC, Garolla sviluppa un’indagine sulle conseguenze del tragico evento sul singolo individuo. La telefonata si fa dunque pre-testo per riflettere sul peso di un’eredità che, oltre trent’anni dopo, ci condiziona.

«Questo episodio, la telefonata, questa lotta per una libertà privata del valore della vita – scrive Garolla – diventano per me simbolo di un tempo interrotto, bloccato, che ha scartato in una direzione e non in un’altra (…) Qualcosa che ci condiziona e che ci ha condizionati, qualcosa che forse non volevamo: un’eredità. Ma chi si prende, oggi, la responsabilità di quell’eredità? Chi si prende la responsabilità del passato nel presente? E chi quella del presente e del futuro?». Sono domande che suggeriscono la nascita dei quattro personaggi di Se ci fosse luce e le loro differenti responsabilità: due uomini e due donne, i primi incarnano un passato che ha condizionato il presente, le seconde analizzano quel passato per costruire il loro futuro. Nominati nel testo in virtù della storia che li attraversa – un latitante che è anche un padre (Paolo Lorimer), una figlia che è anche una madre (Anahì Traversi), un uomo che è anche un assassino (Giovanni Crippa), un giudice che è anche una donna (Angela Dematté) – rileggono e processano la storia e i suoi protagonisti, riuniti intorno ad un tavolo mortuario.

Se ci fosse luce è il terzo tassello della trilogia che Francesca Garolla ha dedicato al tema della libertà. I lavori precedenti sono Tu es libre e Per la vita.  Prenotazioni su luganolac.ch

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