Formazione

Giovani apprendisti afghani in Ticino: un progetto per cooperare

L’immigrazione è difficile per chiunque, l’asilo lo è ancora di più. Ogni anno milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case. A volte volentieri, il più delle volte per costrizione e paura.

Essere un rifugiato è difficile fin dall’inizio che è abbandonare la casa e gli attaccamenti. La perdita di status sociale, fonte di reddito e l’abbandono di amici e familiari sono sfide che i rifugiati affrontano fin dall’inizio. Gli immigrati portano se stessi e le loro famiglie a destinazione andando contro molte difficoltà e talvolta affrontando la morte nel difficile percorso della migrazione. In alcuni casi, muore durante il viaggio verso la sua destinazione. Se supera questa fase, la lotta successiva sarà l’inserimento e l’integrazione nella società ospitante. Questa fase potrebbe richiedere anni. Per i rifugiati, imparare una nuova lingua, un modo diverso di vivere in un paese diverso con persone diverse è una grande sfida che devono fare fronte.  L’istruzione, la competenza e l’inserimento nel mercato e nell’ambiente di lavoro sono il processo successivo, che rappresentano una grande prova per i rifugiati in Svizzera e soprattutto nel Canton Ticino.

L’Afghanistan è coinvolto in guerre e violenze da decenni. Il continuo conflitto ha costretto milioni di persone a lasciare il proprio Paese. Da quando le milizie talebane hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan, più di un milione e mezzo di persone sono emigrate dal paese verso quelli vicini, soprattutto Iran e Pakistan. Altre decine di migliaia cercarono rifugio nei paesi europei e negli Stati Uniti d’America. La Svizzera è una seconda casa per quasi 30 mila afghani. Solo l’anno scorso, circa 7.000 persone provenienti dall’Afghanistan hanno chiesto asilo in Svizzera, un dato non significativo se paragonato ai quasi 100 mila rifugiati in Svizzera nel 2022.

Alcuni giovani afghani residenti nel Canton Ticino hanno spontaneamente avviato un percorso denominato “cooperazione e orientamento reciproco”. Durante il primo incontro tenutosi recentemente a Massagno, giovani che hanno avuto esperienze di apprendistato o che già lavorano hanno condiviso le loro informazioni ed esperienze con i nuovi arrivati e con gli altri partecipanti al programma.

Wahid Mehran, uno dei dottorandi del dipartimento della comunicazione interculturale dell’Università della Svizzera italiana, ha presentato il processo d’integrazione e adattamento degli immigrati afghani in Ticino. Un processo d’integrazione a senso unico che ha i suoi limiti dal punto di vista normativo, ma che non dovrebbe lasciare delusi i nuovi immigrati. Vivere nella società ospitante è tanto impegnativo quanto un’opportunità da sfruttare con attenzione per la crescita individuale e collettiva.

Mohammad Kazemi, apprendista diplomato e dipendente della FFS lo ha confermato: “Non ascoltate chi dice che questo o quel lavoro è difficile. Se ci provi, anche il lavoro più difficile ti ripagherà”. Allo stesso modo, Noyan Mohseni, apprendista polimeccanico, ha aggiunto “I ragazzi dovrebbero sapere che non sono fatti solo per lavori fisici difficili, ma possono anche svolgere lavori tecnici”. Iftikhar Ali Zahir, apprendista nel settore della logistica, ha invitato a perseguire un lavoro di cui si è capaci. Ma anche, svolgendo un lavoro che si ama, come ha sottolineato Mohammad Wafa, già docente universitario in Afghanistan

Musa Rezaei, apprendista diplomato e dipendente della Clinica Moncucco come assistente di cura, ha menzionato a sua volta il motivo per cui ha scelto questo lavoro: “potrebbe essere un trampolino di lancio per il mio successo e il raggiungimento di obiettivi più grandi”. Sayed Omid Hosseini, apprendista diplomato come parrucchiere, ha infine sottolineato come ama il suo lavoro e che se potesse tornare indietro nel tempo, lo sceglierebbe di nuovo: “Il mio non è solo lavoro; è anche arte”.

Ognuno di questi ragazzi, condividendo le proprie esperienze del periodo di tirocinio con i giovanissimi rifugiati giunti in Ticino da poco tempo, hanno così mostrato come scegliere un campo di lavoro ed entrare nel mercato del lavoro sia, oltre che possibile, anche gratificante.

Questo programma, che proseguirà nel tempo, ha lo scopo di facilitare il processo d’inserimento nel mondo del lavoro ed è promosso e diretto spontaneamente da giovani residenti in Ticino, senza essere affiliato ad alcuna organizzazione o associazione. Un progetto che tuttavia, avrebbe soprattutto bisogno dell’aiuto delle organizzazioni sindacali collegate che potrebbero accoglierlo offrendo la loro cooperazione.

Luigi Maffezzoli e Fouzie Razavi

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