Storie di Musetta e altri gatti

Il miracolo di Sam

Gatto Sam

Sam

Non c’erano gatti con pedigree da quelle parti, erano mici europei, “comuni” si potrebbe dire, se ci fosse qualcosa di “comune” in un gatto. Non si erano mai viste razze particolari. Ma un giorno, nel prato dietro la casetta, fu trovata una gattina siamese, non si sa come fosse arrivata lì… Tremava e non sembrava molto in salute, fu naturalmente ricoverata e visitata dal veterinario che le diagnosticò una polmonite, non c’era molto da fare. Senza troppa originalità fu battezzata Samina, nei pochi giorni che visse la madre aveva potuto accorgersi che i siamesi, nonostante la loro miagolata un po’ sgradevole, erano gatti dal carattere particolare, affezionati alle persone in maniera quasi possessiva, a volte ossessiva. Morì in grembo alla ragazzina e lasciò subito un vuoto e un segno, dopo che avevano scoperto quest’altro universo felino. Non si poteva restare senza siamesi…

Con un’amica decise di fare una cosa impensabile con tutti i gatti che giravano per la casa e per il giardino: un regalo alla madre, comprandole, sì, proprio, comprandole un siamese! Entrarono dunque in un negozio di animali e tornarono con un piccolo micio dal caratteristico mantello e tipica mascherina. Lo portarono in autobus, tra la curiosità degli altri passeggeri. Naturalmente non si sognarono di dire che lo avevano acquistato, ma raccontarono di averlo trovato per strada. Che la madre ci credesse oppure no (seppe la verità molto tempo dopo), fu amore a prima vista e Sam (la storia dei nomi continuava a non essere fantasiosa), o meglio “baby Sam” (e fu tale anche da adulto per la sua mamma bipede) entrò a far parte della famiglia; scelse proprio la madre come punto di riferimento umano e la seguiva come un cane. Scatenato e ribelle, ma anche dolce e affettuoso, se ne ricorda la sua sagoma che, come una figurina gotica, si stagliava sul vetro della finestra, quando voleva farsi aprire. Magro e muscoloso, veloce arrampicatore, squarciava il silenzio notturno con il suo richiamo da calore.

Gatto Sam

Sam da piccolo

La famiglia ogni tanto andava in vacanza. In quelle occasioni, Gildo preparava con delle cassette o scatole tanti piccoli ripari. E c’era chi pensava al rifocillamento. Non stavano via molto, ma al ritorno quella volta trovarono un siamese con il “muso”, imbronciato, si potrebbe dire arrabbiato per quello che considerava un ingiusto abbandono, girava alla larga, ma non furono subito chiare le sue intenzioni. Alla sera, come aveva sempre fatto, andò a dormire sul lettone della madre. Nella notte si sentì un urlo e tutti si precipitarono nella stanza. Cosa era successo? Di punto in bianco, senza alcun preavviso, Sam si era avventato sulla donna che dormiva e le aveva morso il braccio! Evidentemente era fedele al detto che la vendetta è un piatto che si consuma freddo. Era stato il suo unico segno di aggressività che non si è più ripetuto. Ma siamo noi che attribuiamo dei sentimenti umani agli animali, di cui del resto anche l’umanità è parte, oppure essi possiedono veramente delle basi primordiali che ci accomunano? Non si poteva tenere a lungo rancore a quegli occhi azzurri che ora limpidi e affettuosi guardavano il bipede che lo aveva adottato. Forse pensava: prova ancora ad abbandonarmi…

Ma la vera avventura, segreta e misteriosa, di Sam fu un’altra: un giorno scomparve. Ed è come per le persone, meglio sapere che sono morte, piuttosto che continuare a tormentarsi perché non si sa che fine possano avere fatto e questo a volte accade per anni. Nessuno lo vide più, di lui alcuna traccia che portasse alla scoperta del suo destino. Forse lo aveva rubato qualcuno, forse se n’era semplicemente andato o era morto in un luogo dove nessuno lo avrebbe mai trovato… Lo cercarono ovunque, passarono i mesi, la madre non si dava pace, guardava il suo collarino con un campanellino che il micio aveva portato per un po’…

Gatto Sam

Nessuno di loro avrebbe mai potuto dimenticare quel pranzo di sei mesi dopo. La famiglia era radunata intorno alla tavola, quando si sentì chiaramente una inconfondibile miagolata e il rumore di un gatto che si arrampicava sulla zanzariera della cucina. Ci fu un attimo di sorpresa stupefatta, si guardarono tra loro e poi si precipitarono a vedere. Era lì, come non fosse successo nulla, come se fosse tornato da un’assenza di poche ore, il siamese prodigo… Non raccontò mai dove fosse stato, cosa fosse successo in quei mesi, la ragazzina notò solo che i cuscinetti delle zampe erano morbidi e non doveva aver fatto troppa strada. Forse era stato adottato da un’altra famiglia che poi come era arrivata, se n’era andata e lo aveva lasciato. Difficile capire la mentalità della gente e anche dei gatti. Ritornò alle sue vecchie abitudini, come se niente fosse, perduto e ritrovato, ancora più amato.

Ma quella felicità non durò molto, Sam non invecchiò. Un mattino Gildo arrivò per annunciare che lo aveva trovato investito da un’auto. E questa fu tutta la sua storia.

Manuela Camponovo

(12. Continua)

In cima