Teatro

Il mito della regina delle Amazzoni rivive a Locarno

Da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile va in scena in prima assoluta, nella Sala d’onore del Museo Casorella di Locarno, il nuovo spettacolo del Teatro dei Fauni in coproduzione con Punti Cospicui: Con le mani così lievi che sentivo dolore. La pièce, ispirata all’opera Pentesilea di Heinrich von Kleist, nasce dall’incontro di tre donne, un viaggio lungo un asse nord-sud di 1000 chilometri: al centro c’è Valentina Bischi a Pisa, interprete dello spettacolo scritto da Clarissa Veronico, creatrice di Punti Cospicui, a Bari, dove si è tenuta a novembre l’ultima residenza con l’anteprima dello spettacolo che arriva al debutto a Locarno, con la cura e le ombre di Santuzza Oberholzer, fondatrice del Teatro dei Fauni e direttrice artistica della rassegna La donna crea della stagione OSA!.

In scena Protoe, l’anziana ancella di Pentesilea, racconta della sua regina che insegue l’eroe Achille, sotto le mura di Troia. Li ha visti illuminarsi, amarsi, promettersi e poi sprofondare nelle pieghe di un mito che racconta di dono e di possesso, di fiducia e tradimento, di libertà. Pentesilea incarna il suo popolo, le Amazzoni, donne libere che festeggiavano la guerra con le rose e i nemici con l’amore, il cui spirito vive ancora nei desideri delle donne. Clarissa Veronico (testo e drammaturgia), Valentina Bischi e Santuzza Oberholzer (regia) «si sono confrontate con un mito che ha toccato nel profondo i loro sentimenti e idee, riguardo all’amore e alla guerra», si legge nella presentazione, dove pure si specifica che «temi antichi e attuali quali l’incontro con l’altro, l’affermazione di sé, l’abbandono, il possesso in amore, sono approdati ad un racconto, dipinto anche scenicamente con luci e ombre, che interroga le donne e gli uomini di oggi». Un mito che torna a vivere nella sala d’onore del Museo Casorella, sul cui soffitto campeggia la grande tela raffigurante il Giudizio di Paride, realizzata dal pittore locarnese Giuseppe Orelli nel 1773, prologo alle vicende narrate nello spettacolo e che vede protagoniste ancora tre donne: Era, Atena e Afrodite. La dea più bella, scelta da Paride, è Afrodite, che lo aiuterà a rapire Elena, moglie del re di Sparta Menelao; il rapimento causerà la guerra di Troia e la tragedia dell’amore/guerra tra la regina delle Amazzoni Pentesilea e l’eroe Achille.

Valentina Bischi in “Con le mani così lievi che sentivo dolore”. Foto: Elena Lagova

Una donna torna sui suoi passi, torna indietro perché ha perso qualcosa nella polvere, nella corsa, tra le frecce della guerra. Ha perso il suo diario e il suo destino. Non sa più leggere i segni della vita sulla sua mano. È una guerriera, questo ancora lo sa. Viene dalle sponde del Mar Nero, lì dove ancora giocava sulla sabbia, lì dove ancora rideva prima che, prima di. C’è un “prima” nella sua memoria e quello che è venuto dopo non è più riuscito a ricomporsi.

Lei è Protoe, guerriera e compagna di Pentesilea, regina delle Amazzoni. Ha visto la guerra gioiosa del suo popolo di donne libere, andate a Troia a conquistare i migliori eroi per condurli a Temiscira, dove la festa delle rose celebrerà l’amore. Ha visto la sua regina inseguire Achille. E poi? Poi il destino ha inciampato in una piega del cuore. Pentesilea ha provato a cambiarlo e ora le linee della mano non parlano più. Ha provato a  cambiarlo e tutto è crollato, esploso. Le schegge non si ricompongono.

Nello spazio intimo della memoria di Protoe, andiamo anche noi sul Mar Nero, poi a Troia in guerra, in una tenda tra parole d’amore sussurrate, e poi più giù, nelle pieghe di un mito che racconta di dono e di possesso, di fiducia e tradimento, di libertà, dell’insostenibile peso della libertà. Heirich von Kleist ha scritto una delle più belle versioni del mito di Pentesilea. “Con le mani così lievi che sentivo dolore” lo riscrive, nelle parole e nella scena perché ci somigli, perché racconti un conflitto che è dentro di noi, che sorridendone, ridendone, ancora ci lacera.

Lo spettacolo è inserito nella stagione OSA! per la rassegna La donna crea, fa anche parte del cartellone degli eventi di Generando, visioni di genere, ed è una coproduzione internazionale del Teatro dei Fauni di Locarno con Punti Cospicui di Bari. La pièce andrà in scena venerdì 31 marzo e sabato 1° aprile alle ore 20.30, e domenica 2 aprile alle ore 18.00. Prenotazione consigliata: 076 280 96 90 – info@organicoscenaartistica.ch

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