LAC

Jacopo Gassmann rilegge Martin Crimp

La drammaturgia di Martin Crimp riletta da Jacopo Gassmann, in The City.

Jacopo Gassmann

Jacopo Gassmann (©Laila Pozzo)

Jacopo Gassmann con lo spettacolo The City affronta il testo del drammaturgo britannico Martin Crimp. Il regista, presente alla conferenza stampa tenutasi oggi al LAC, ha scelto questo testo partendo dal presupposto che deve parlare innanzitutto prima a lui, alla sua idea e concetto di teatro, e quindi scavare nelle profondità, all’interno di un percorso di ricerca individuale e teatrale. Ritenendolo un testo ipersperimentale, ma soprattutto un testo emotivo e struggente, Gassmann ha lavorato sui contenuti, mettendo in scena molte nevrosi dell’uomo contemporaneo, che si vede sprofondare nel decadimento e nell’angoscia del vivere urbano (il titolo The City è significativo).

Le scene nella loro costruzione evocano i non luoghi, come la stazione e l’azienda, che per il drammaturgo Crimp sono la causa della spersonalizzazione dell’individuo, del disadattamento e della perdita di senso perché l’urbanizzazione porta gli esseri umani a vivere imprigionati in un dentro che si rispecchia in un fuori, e viceversa. Martin Crimp, la cui visione delle relazioni interpersonali e collettive è esasperata dalle tragedie nelle loro complessità relazionali, umane e sociali, tra ossessioni e fobie, è considerato da Gassmann l’autore contemporaneo più interessante, un inglese atipico che ha fondato il suo statuto poetico andando contro il teatro naturalistico, come erede di Pinter, rompendo il linguaggio, frammentandolo in una composizione post-apocalittica, che si avvicina più al modello drammaturgico germanico che a quello anglosassone. Influenzato anche da Beckett, che ci ha lasciato la più grande testimonianza della condizione umana, il teatro crimpiano, secondo Gassmann, è grottesco e surreale. La scrittura di The City gli è stata suggerita anche da L’uomo flessibile di Richard Sennet, che racconta le difficoltà della classe media, colpita dalla scure della disoccupazione.

Il regista ha operato in un continuo comporre e scomporre il testo, alla ricerca di uno spazio, che desse la possibilità di immaginare ambienti con elementi simbolici, senza per questo – ha precisato – ricostruire una casa ma alludendo a elementi che riconducono a dei significanti e a dei codici, che ne richiamano la simbologia. Queste grandi città, che sembrano costruite per chiuderci fuori da noi stessi, sono molto presenti, e vengono rielaborate in scena attraverso le figure emblematiche o gli archetipi dell’uomo metropolitano, che caratterizzano il vivere collettivo globalizzato, dove regna l’alienazione, l’intensificazione della vita nervosa o il sovraccarico di stimoli. Rispetto alla regia e alla scena Gassmann ha pensato di “mimare” i luoghi del contemporaneo che ci chiudono dentro casa, con una drammaturgia che gli ha permesso di lavorare a più livelli, ad esempio con i monologhi che si rivelano  inquietanti e ferocemente ironici, con il testo colmo di grandi solitudini, di personaggi in bilico tra realtà e finzione, descritti da Crimp come “personaggi aggrappati alla vita”.

Siamo nel pieno di una crisi di coppia: Chris lavora in una grande società informatica ed è sconvolto dalla notizia che all’interno della sua divisione si preparano a “riorganizzare” il personale. Clair è una traduttrice che ha appena avuto un fortuito e ambiguo incontro in stazione con un noto scrittore che le ha rivelato di aver subito delle torture. Altri personaggi si avvicendano in un gioco esplosivo e allucinatorio.

Nicoletta Barazzoni

La prima assoluta andrà in scena martedì 20 febbraio, con replica il mercoledì 21 febbraio al LAC.

La traduzione è curata da Alessandra Serra.

Il cast in ordine alfabetico: Lucrezia Guidone, Christian La Rosa, Lea Lucioli, Olga Rossi.

Scene e costumi di Gregorio Zurla. Luci di Gianni Staropoli. Regista assistente Stefano Cordella. Disegno sonoro di Zeno Gabaglio. Movimenti di Sarah Silvagni. Video di Simone Pizzi.

Produzione LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Stabile del Veneto, Teatro dell’Elfo, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa.

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