Riflessione

La domanda di Zelensky

Missile da crociera tedesco-svedese Taurus KEPD-350

L’Ucraina lo chiede con insistenza: il missile da crociera tedesco­svedese Taurus KEPD-­350.

«Resisteremo o no?» Così Zelensky ha riassunto la situazione sempre più critica della guerra in Ucraina al summit di questa settimana a Tirana, dopo un’altra settimana di avanzate russe. Sempre in questi giorni, i separatisti pro-russi che controllano la Transnistria hanno chiesto la “protezione” di Mosca contro la “guerra economica” che subirebbero dalla Moldavia – ripetendo esattamente la dinamica che ha portato due anni fa all’invasione in Ucraina. Una volta posta sotto il suo controllo, da questa piccola striscia di terra – la cui indipendenza nel 1992 fu riconosciuta solo dalla Russia – Putin potrebbe attaccare Odessa e quindi aprire un nuovo fronte per l’Ucraina. Alla luce di queste notizie, per l’Europa il tempo stringe: in autunno si vota negli Stati Uniti, con il rischio che un presidente Trump potrebbe interrompere gli aiuti finanziari e militari all’Ucraina. Ma anche un eventuale rafforzamento dei partiti di destra nelle elezioni europee del 9 giugno renderebbe gli aiuti europei più difficili.

Una sconfitta dell’Ucraina, che dunque in questo scenario appare senz’altro possibile, metterebbe però a rischio i valori europei, come ha affermato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in occasione della seconda ricorrenza dell’inizio della guerra il 24 febbraio 2022. Per non parlare della sfida politica di gestire un numero stimato di 10 milioni di rifugiati. E anche se Putin significativamente non ha evocato tale data – perché ciò avrebbe significato la costatazione che nessuno dei fini dell’invasione in Ucraina sia stato finora raggiunto – in questo momento sembra disporre di più risorse: mentre quelle occidentali si riducono notevolmente e un via libera del Congresso americano ai 60 miliardi di dollari già approvati dal Senato è tutt’altro che scontato, in settimana Putin ha annunciato di intensificare la produzione bellica. Anche per questo Zelensky è intervenuto in settimana al vertice sulla sicurezza con i Paesi europei sudorientali, chiedendo ulteriori invii di armi e, soprattutto, di munizioni. Nel frattempo sia gli USA che l’UE hanno varato, in occasione del secondo anniversario dell’invasione, un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che ormai risulta, con 16’587 misure, il Paese più sanzionato al mondo. Tuttavia, l’industria bellica russa non si ferma.

La domanda di Zelensky diventa così – con una certa urgenza – anche la domanda dell’Europa. Ognuno cerca di dare la propria risposta: von der Leyen si è espressa favorevolmente per un commissario europeo per la difesa, Macron per un invio di soldati, mentre Scholz resta contrario alla fornitura di missili a lungo raggio “Taurus” all’Ucraina. Per ora, ne è risultato “solo” il finanziamento di nuove munizioni – grazie all’impegno della Repubblica Ceca e dell’Olanda. Ma di questi tempi, si sa, a volte devono bastare anche le piccole risposte.

Markus Krienke

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