Mostra

“Le metamorfosi dell’alfabeto”, la mostra a Bellinzona

La Biblioteca cantonale di Bellinzona rende omaggio al tema della calligrafia con Le metamorfosi dell’alfabeto. Viaggio calligrafico e letterario dalla A alla Z, la mostra a Palazzo Franscini visitabile dal 4 ottobre al 10 novembre 2022 (lu 8-21, ma-ve 8-19, sa 9-13). L’esposizione si apre con una panoramica dalla A alla Z e si snoda tra le 21 lettere, declinate secondo l’alfabeto personale e la creatività del Gruppo Calligrafia Ticino (GCT). Completano l’allestimento i libri dei membri dell’Associazione svizzera degli scrittori di lingua italiana (ASSI), esposti anch’essi dalla A alla Z e valorizzati in quanto parte integrante della collezione della Biblioteca e del suo Fondo ASSI.

Il modo di comunicare è cambiato profondamente: scrivere una lettera a mano non è più ritenuto indispensabile. La calligrafia, una disciplina per secoli essenzialmente utilitaria, si è ritrovata così tra le pratiche artistiche desuete. Eppure, come ben sintetizza Jean Cocteau quando afferma che «la più grande opere letteraria, in fondo, non è che un alfabeto in disordine» non si può negare l’importanza di quei codici che da secoli ci permettono di comunicare per iscritto: gli alfabeti.

In occasione dell’inaugurazione, prevista martedì 4 ottobre alle ore 18.30, interverranno: Enzo Pelli, presidente del GCT; Mattia Bertoldi, presidente dell’ASSI); Lino Di Lallo, scrittore, grafico, artista visivo; Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali. Nell’ambito della mostra si terranno inoltre le seguenti conferenze: Alfabeti immaginari con Paolo Albani e Luca Mengoni (13.10), Alfabeti antichi con Mario Negri e Romeo Dell’Era (19.10*), Alfabeti magici con Paola Bozzi e Carole Haensler (8.11).

*Aggiornamento: la conferenza “Alfabeti antichi” è stata posticipata a giovedì 24 novembre.

La mostra, il catalogo e gli eventi collaterali sono promossi nell’ambito del progetto TicinoLettura, sostenuto dall’Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana, in collaborazione con l’Archivio di Stato del Cantone Ticino.

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