Mostra

L’esilio creativo di Alexej von Jawlensky ad Ascona in mostra al MASI

Alexej von Jawlensky, Variazione: Ascona, 1918. © Roberto Pellegrini, Bellinzona

Il MASI di Lugano, nell’ambito della mostra permanente Sentimento e osservazione, accoglie sino al 1° agosto 2023 Alexej von Jawlensky ad Ascona, … i tre anni più interessanti della mia vita… Attraverso un nucleo di oltre venti dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, l’esposizione curata da Cristina Sonderegger ripercorre gli anni trascorsi dall’artista russo Alexej von Jawlensky in Ticino.

Tra i fondatori della Neue Künstlervereinigung München e membro del Blaue Reiter, allo scoppio della prima Guerra Mondiale nel 1914 Jawlensky lascia precipitosamente la Germania. Giunge ad Ascona dopo essersi stabilito prima a Saint-Prex, in cui ritrova artisti come Ferdinand Hodler e Cuno Amiet e poi a Zurigo, dove frequenta gli esponenti del movimento Dada. Ma il periodo trascorso nella cittadina ticinese tra il 1918 e il 1921 rimarrà fondamentale nel percorso artistico di Jawlensky. Immerso nel paesaggio e nella luce a tratti già mediterranei, l’artista realizza qui gli ultimi paesaggi prima di volgere quasi esclusivamente la sua attenzione alla raffigurazione, in chiave fortemente mistica, del volto umano e di quello di Cristo. Sulle rive del Verbano si consolida quindi il suo linguaggio pittorico personale, in cui le accese cromie e le linee marcate dell’espressionismo si coniugano con le forme semplificate e le trasparenze cromatiche dell’astrazione. Le ricerche e gli esiti raggiunti durante il soggiorno ad Ascona sono messi in luce, in mostra, anche attraverso opere realizzate in precedenza e successivamente al soggiorno in Ticino dell’artista. In Natura morta con caffettiera gialla e teiera bianca (1908) e Testa di donna (1913) con cui si apre il percorso espositivo, è ancora la forza espressiva e una palette cromatica accesa a dominare, che Jawlensky abbandona a favore di colori più tenui e diluiti una volta arrivato in Svizzera. Le condizioni esistenziali e la innere Notwendigkeit (necessità interiore), come viene definita dall’amico Kandinsky, erano infatti totalmente mutate. Costretto a lavorare su un tavolo e senza un atelier, l’artista abbandona la tela a favore di un formato più piccolo e agile e di un materiale più economico come la carta. Ma ciò che consegue all’esilio in Svizzera è la scelta di articolare il proprio lavoro in serie, ponendo completamente in secondo piano l’unicità del soggetto. Unicamente durante il periodo trascorso ad Ascona, a partire dal 1918, Jawlensky porta infatti avanti in parallelo quattro serie: le Variazioni, le Teste Mistiche, i Volti del Salvatore e le Teste Astratte.

La mostra, aperta al pubblico dal 23 aprile al 1° agosto 2023, è visitabile nei seguenti orari: Ma, Me, Ve 11-18; Gi 11-20; Sa, Do 10-18.

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