Società

New York: la criminalità è al picco degli ultimi 27 anni

*I nomi delle persone intervistate per questo articolo sono omessi per motivi di privacy e per tutelare la loro identità e attività commerciale.

La grande mela è tra le città più amate al mondo, in molti sognano di visitarla, in tanti di risiederci. È la città che ha fatto da cornice a film come: Il Padrino (1972), Taxi Driver (1976), Ghostbusters (1984), Colazione da Tiffany (1961), Goodfellas (1990), così come a Mamma ho riperso l’aereo (1992); ma è stata anche teatro di serie televisive molto apprezzate come: Friends, Will & Grace, Sex and the City, How I met your mother, La tata, Gossip Girl, e molti altri ancora. Insomma, New York è quella metropoli che tutti – grandi e piccoli – conoscono anche se non ci sono mai stati. È riuscita, in un modo o nell’altro, ad entrare nel cuore del pubblico mondiale attraverso il cinema e la televisione. Ma la realtà è ben diversa dallo schermo e nell’ultimo anno anche i “New Yorker” (ovvero i residenti della città), si stanno rendendo sempre più conto che la magia che circonda questa città sta andando pian piano a scemare.

Truman Capote descriveva Manhattan come “l’isola che galleggia su acqua di fiume, come un iceberg di diamanti.” Ogni strada, ogni quartiere nasconde una storia. Si trovano arte, teatro, letteratura in qualsiasi angolo, anche il più sperduto, ma esiste anche un lato oscuro. Quello più drammatico, quello di cui nessuno parla se non superficialmente. Quello che quasi ogni newyorkese ha vergogna di ammettere ad alta voce: New York è peggiorata. New York non è più la città dei sogni. New York sta cambiando, e non in bene.
Prezzi alle stelle, negozi che dichiarano fallimento, affitti di immobili commerciali (e non) sempre più alti, aumento della povertà con file lunghissime alla mensa dei poveri, ma soprattutto aumento della criminalità. “Devi andare in centro Manhattan? Mettiti un giubbotto antiproiettile”, “Evita la metropolitana”, pare uno scherzo e invece queste sono le raccomandazioni dei cittadini, che non si fidano più della loro grande mela. “The big Apple has big problems” – la grande mela ha grandi problemi, dicono. Facendo un paragone tra luglio 2021 e 2022, i dati (dal sito ufficiale del New York Police Department) parlano chiaro: le sparatorie sono aumentate del 13,4% (178 contro 157), trainati dall’aumento a Brooklyn, nel Queens meridionale e a Staten Island. Inoltre, il numero di omicidi in tutta la città è aumentato nel mese del 34,3% (47 contro 35).

Il dipartimento di polizia ha sequestrato nei soli primi sei mesi dell’anno più di 4.300 armi da fuoco, gli arresti sono aumentati del 2,4%, ovvero 2.752 persone arrestate rispetto ai 2.687 dell’anno precedente. Raggiungendo il picco degli ultimi 27 anni. Ma non è finita, gli agenti del NYPD nel luglio 2022 hanno effettuato 4.017 arresti per denunce di gravi crimini, un aumento del 18,2% rispetto ai 3.398 arresti per gravi crimini nello stesso mese dell’anno scorso. Il che significa un aumento del quasi 29%. Quindi, a conti fatti – tra luglio 2021 e 2022 -, la criminalità a New York è aumentata del 30,5% (11.619 contro 8.906).

Il NYPD dichiara che «non smetterà mai di lottare per i newyorkesi e lavorerà sempre per mantenere il giusto corso del sistema di giustizia penale per il bene delle persone che servono, ovvero i cittadini.»

Ma è davvero così?
Alcuni commercianti di Downtown Manhattan dichiarano che la polizia a seguito del movimento “Black Lives Matter” e delle ripercussioni del caso George Floyd, spesso «voltano la faccia dall’altra parte – raccontano alcuni esercenti – La loro autorità ormai è stata danneggiata. I media e i politici hanno giocato sulla loro reputazione, hanno fatto di tutta l’erba un fascio.» Molti però non incolpano la polizia, anzi la “capiscono”, «Come dargli torto per il loro atteggiamento. Se per caso il soggetto che devono arrestare o perquisire non è bianco, subito si urla al “razzismo”, nonostante quella persona è colpevole di un atto di violenza. Allora perché un poliziotto dovrebbe rischiare la propria vita e la propria carriera?» Queste parole appaiono ancora più scioccanti quando a pronunciarle sono persone facente parte di varie minoranze etniche.

(Da certe rivelazioni, è partita l’inchiesta tra le strade di New York riguardo il razzismo inverso. Presto sul sito dell’Osservatore).

Maria Elisa Altese

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