Arte

Prolungata l’installazione di Laura De Bernardi al Museo Vincenzo Vela

L’artista Laura De Bernardi

Il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto comunica che l’installazione Raccolta di Laura De Bernardi – così come le due mostre in corso – verrà prolungata fino alla primavera 2024.

Dalla presentazione della storica dell’arte Gianna A. Mina, ex direttrice del Museo Vincenzo Vela:

Raccolta si intitola l’installazione site-specific che Laura De Bernardi ha concepito per il grande salone al primo piano di Villa Vela, uno spazio ampio, aperto a meridione sulle colline lombarde, che si è trasformato nell’universo dell’artista locarnese. Nel suo laboratorio espositivo l’artista ci presenta le proprie forme espressive, quasi organismi viventi, mobili, plastici, strutture vegetali e animali insieme. Appesi a due pareti e al soffitto troviamo sacche e budelli, coltri e curiose spighe semi-vegetali. Sulla terza ci viene presentato un insieme di elementi vegetali, appunti minuti, foglietti, sorta di effimera tappezzeria.

Raccogliere e ricucire, congiungere a mano ciò che in natura è separato, creare forme informi, allungate, cascanti, viscerali, generate dall’unione (per via di cucitura) di infinite (letteralmente) particole quasi impercettibili. Questa è da anni la prassi esecutiva dell’artista, che, a ben guardare, ci appare imperscrutabile e misteriosa, senza implicare, a nostro avviso, un intento esistenziale. Raccogliere e unire: un gesto che dalla notte dei tempi ha permesso all’umanità di sopravvivere e di crescere, e che ne presuppone tuttavia un altro: il seminare, in senso concreto e figurato. Dalla semina dipende il raccolto (lemma maschile); quest’ultimo è il risultato tangibile della raccolta (lemma femminile), dell’atto fisicamente o metaforicamente impegnativo, del raccogliere (in un cesto, in un recipiente…) e unificare (in un pensiero, in un’azione). Nel mezzo sta la cura, l’attenzione cioè che le mani esperte di Laura De Bernardi pongono su ciò che la raccolta ha fruttato.

I semi – siano essi naturali, prodotti dall’uomo o mentali – cioè gli embrioni da cui nascono gli elementi che compongono le sue forme, De Bernardi li racchiude nei taccuini-mondo esposti sul personale tavolo di lavoro: fialette, provini, puntine, quaderni, bloc notes, universi senza limite per profondità e indecifrabilità, che ci attraggono e al contempo ci inquietano. Eppure l’opera di Laura De Bernardi non si iscrive nella temperie contemporanea dell’urgenza ecologista. La sua, per contro, è un’analisi lucida e quasi enciclopedica di tutto ciò che la circonda e suscita il suo interesse. La personale cifra creativa sta invece nell’estetica con cui compone e ricuce questa messe infinita di elementi, trasformati in organismi, da cui, sembrano scaturire nuove forme di vita. Un atteggiamento carico di speranza.

Nel giardino del museo De Bernardi ha raccolto grani, fiori, bacche, virgulti, a cui ha aggiunto cartine finissime, il tutto unito a mano con spaghi e fili. Un ulteriore elemento è di fondamentale importanza: il patto solidale tra l’artista e la dimensione del tempo, che per De Bernardi non è mai tiranno, bensì, inteso come durata, una condizione imprescindibile e amica. Attraverso un processo artigianale minuto e così perfetto da sembrare meccanico, l’artista ci ricorda che non vi sono limiti all’abilità manuale, e che, forse, nell’affanno tecnologico del nostro tempo, le preoccupazioni nei confronti del sopravvento assoluto della meccanicizzazione (robotica) sono mal riposte. Il fascino imperscrutabile della Raccolta esposta al Museo Vincenzo Vela ci indica la possibilità di un’altra via.

“Chi semina raccoglie”, dice il proverbio, e chi raccoglie sa di aver seminato. Lo sa anche Laura De Bernardi, abilissima ricucitrice di universi raccolti.

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