Spettacolo

Pubblicata l’indagine di ScenaSvizzera sulla situazione salariale degli artisti

È stata pubblicata oggi, venerdì 22 settembre, l’indagine “Salari e stipendi in Svizzera” di ScenaSvizzera, che esamina la situazione reddituale degli artisti dello spettacolo freelance e salariati in Svizzera nel periodo 2018-2022, fornendo approfondimenti sulla distribuzione di genere, sui settori di attività e sulla struttura per età degli artisti. Dallo studio emerge che la maggior parte degli artisti svizzeri non riesce a vivere della propria professione e che sono spesso bloccati per anni sul salario di partenza.

I risultati relativi alla «stagnazione dell’andamento dei salari» – soprattutto per i freelance a livello salariale basso – «evidenziano l’urgente necessità di migliorare la stabilità finanziaria e le condizioni di lavoro», si legge nel comunicato stampa diramato oggi: «Per garantire un futuro sostenibile alle arti dello spettacolo in Svizzera, è necessario discutere di misure volte a promuovere una retribuzione equa, la protezione sociale e lo sviluppo professionale».

«Non possiamo più accettare questo stato di cose deplorevole: è assolutamente necessario che il lavoro artistico venga migliorato e inserito nel bilancio come priorità», ha affermato Salva Leutenegger, direttrice generale di ScenaSvizzera, in un’intervista per Ensemble Magazin. «Nell’ambito delle sovvenzioni», ha aggiunto, «vogliamo sostenere maggiormente gli operatori del settore culturale, i teatri, gli organizzatori di eventi, ecc. Un primo passo sarà quello di convincere il nostro partner sociale che ScenaSvizzera dovrebbe essere coinvolta nei contratti di sovvenzione».

L’indagine comprende 644 partecipanti. Di questi, il 41% sono dipendenti a tempo indeterminato e il 59% sono liberi professionisti. La stragrande maggioranza (86%) ha lavorato nella Svizzera tedesca nei settori del teatro e del teatro musicale/vocale. La forma contrattuale predominante tra i dipendenti fissi è il contratto stagionale (81%), tra i freelance il contratto a tempo determinato (51%). In termini di età, il gruppo più rappresentato è quello tra i 30 e i 49 anni, con il 61% dei partecipanti.

I dati mostrano che i dipendenti a tempo indeterminato guadagnano tra i 51.000 e i 70.000 franchi all’anno per la maggior parte del periodo 2018-2022, mentre i freelance si collocano prevalentemente in una fascia salariale compresa tra i 18.000 e i 25.000 franchi. L’indagine fa luce anche sul fattore del lavoro non retribuito nel contesto dell’attività artistica, con particolare attenzione al gruppo dei freelance. La valutazione varia, con il 43% degli intervistati che stima una percentuale pari o superiore al 50%. In questo contesto, l’86% dei liberi professionisti ha dichiarato che un lavoro secondario è necessario per assicurarsi una buona vita.

Per i dipendenti a tempo indeterminato, il 55% ha dichiarato che è necessaria una fonte di reddito aggiuntiva. Per entrambi i gruppi, solo la metà degli intervistati ha avuto un aumento di stipendio negli ultimi cinque anni. La difficoltà nelle trattative salariali si rivela nella valutazione del rischio di perdita del posto di lavoro o dello stipendio in caso di richieste salariali più elevate. Il 59% dei dipendenti a tempo indeterminato e il 74% dei liberi professionisti hanno dichiarato di temere di perdere il posto di lavoro.

L’indagine mostra anche differenze di genere: le donne sono rappresentate soprattutto nella fascia salariale compresa tra i 18.000 e i 25.000 franchi, mentre gli uomini presentano una distribuzione del reddito più ampia a seconda dell’anno (diapositiva 18-20). Inoltre, gli uomini hanno ricevuto un aumento di stipendio leggermente più spesso delle donne (5% in più di uomini rispetto alle donne). Le donne hanno anche stimato di svolgere una percentuale maggiore di lavoro non retribuito rispetto agli uomini. Inoltre, hanno valutato il rischio di perdere il lavoro più degli uomini: il 67% delle donne e il 59% degli uomini temevano di perdere il lavoro.

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