Performance

Tour Vagabonde, gli spettacoli di Ticino is Burning

Il movimento Ticino is Burning (TIB), Premio Svizzero delle arti sceniche 2022, all’interno de La Straordinaria – Tour Vagabonde, presenterà a gennaio tre performance che mirano alla contaminazione tra i diversi linguaggi, l’interdisciplinarietà e il desiderio di superare le barriere di “genere” oltre che i confini regionali.

Slowburn di Benjamin Burger (21.01, ore 21.30). La canzone Toxic di Britney Spears e la corrispondente coreografia di scena sono allungate di 16 volte nella performance Slowburn. In questa estensione estrema, la coreografia rifiuta la soddisfazione istantanea dei 143 battiti al minuto originali. Tutto è in costante divenire: il pop diventa tempo profondo. Slowburn è la seconda indagine estetica del progetto a lungo termine States of Exhaustion di Benjamin Burger. Partendo dall’esaurimento cronico e dalla fatica come sindrome della nostra società ipercapitalistica della performance, egli cerca drammaturgie e narrazioni di resistenza. Con i performer Marie Popall, Benjamin Spinnler, Elena Boillat e il sound designer Ernesto Coba Antequera oppone la stanchezza non all’attività ma al ritardo dell’azione e resiste alla chiamata permanente all’azione. Slowburn è un manifesto ipnotico contro la continua accelerazione della nostra presenza.

A novanta di Nicola Genovese (28.01, ore 21.30). A novanta esplora, come punto di partenza, un insieme di gesti noti in Italia come “Ti metto a Novanta”, che si possono tradurre grossolanamente nella pecorina. I gesti attivano una riflessione su alcune forme di mascolinità per scoprire poi le sfumature della categoria troppo semplificata e dogmatica dell’uomo bianco etero. Lo spettacolo espone l’intreccio tra la mascolinità, il corpo maschile, la nostalgia, il nazionalismo e la mamma nel contesto italiano senza cadere nel trito discorso di genere anglo-americano. A novanta offre al pubblico un viaggio in cui la parodia e il grottesco sono strumenti essenziali per esplorare l’ambivalenza e i paradossi delle mascolinità interpretate e incarnate.

Maybe a concert di Raissa Avilés (29.01, ore 18.00). Maybe a concert, è un viaggio che incarna la musica in un flusso continuo, cercando di andare oltre le canzoni, ciò che rappresentano o ciò che sembrano rappresentare. Convivono sul palco un mariachi con tacchi a spillo, abiti da cabaret futurista, cowboy con le paillettes, musica elettronica, sonorità jazz, classiche e pop melodico. Sotto la superficie patinata dello show si annidano contraddizioni, dubbi, aneli e speranze che i performer utilizzano con appassionata ironia per formulare una richiesta di autonomia dell’identità sociale, politica, sentimentale e artistica; interrogandosi se questa sia possibile in un contesto di costante compromesso tra violenza e sicurezza, controllo e libertà.

Per un approfondimento su Ticino is Burning v. l’intervista di Giorgio Thoeni ad Elena Boillat.

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