Musica

Tutti i colori del pianoforte con Arkadij Volodos’

Il pianista russo Arkadij Volodos’. © Marco Borggreve

Con il concerto di Arkadij Volodos’, venerdì 17 febbraio alle ore 20.30, la stagione di LuganoMusica continua a riservare al pianoforte uno spazio d’eccezione, in una rassegna di recital che, dopo i concerti di Seong-Jin Cho e Francesco Piemontesi, a marzo vedrà passare dal LAC anche Maurizio Pollini. Il pianista russo Arkadij Volodos’ è un maestro del colore musicale e per il concerto a Lugano accosta Scènes d’enfants e Música callada di Federico Mompou a una selezione di Preludi e Sonate di Aleksandr Skrjabin. La sua carriera internazionale lo ha portato a collaborare con i più importanti direttori al mondo – tra gli altri Myung-Whun Chung, Lorin Maazel, Zubin Mehta e Semyon Bychkov – ma Volodos’ ha sempre riservato uno spazio particolare al récital per pianoforte solo. Con la sua sensibilità ha approfondito l’opera di quei compositori capaci di rappresentare le emozioni dell’animo umano, e in particolare Schumann e Schubert, Brahms, Beethoven, Skrjabin e Rachmaninov.

Arkadij Volodos’ raccoglie infatti quella predilezione per la forma breve, iniziata con i compositori del Romanticismo e proseguita con i grandi autori del secolo successivo, che in essa trovavano un modo per tratteggiare mondi sonori molto diversi tra loro, spesso contrapposti, derivanti da tutte le sfumature e le contraddizioni dell’interiorità. Il compositore e pianista spagnolo Federico Mompou è conosciuto per le sue “miniature” – brani brevi, intimi e delicati come le cinque Scènes d’enfants e il ciclo di 28 piccoli pezzi Música callada (silenziosa) influenzati dalla musica francese di inizio Novecento di cui era appassionato. Anche per Skrjabin quella del preludio era una dimensione creativa privilegiata, cui tornò costantemente nel corso della sua carriera compositiva.

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