Teatro

Umberto Orsini nei panni di Ivan Karamazov al LAC

Le memorie di Ivan Karamazov. © Fabrizio Sansoni

Umberto Orsini, grande protagonista della scena teatrale e non solo, torna al LAC di Lugano lunedì 20 e martedì 21 maggio (ore 20.30), protagonista assoluto di Le memorie di Ivan Karamazov, lavoro liberamente ispirato a I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij per la regia di Luca Micheletti.

Dopo il celebre sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi che ne rivelò il talento al grande pubblico nell’ormai lontano 1969 e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con uno dei personaggi più complessi e tormentati dell’intera letteratura: Ivan Karamazov, libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce, forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre. Colpevole e innocente, Ivan Karamazov ritorna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il proprio compito, che sente il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero e chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei castighi”, si confessa e cerca di raccontare la sua storia. Compila le sue memorie e tenta di fare luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provando a svelarne le implicazioni criminali, in un vero e proprio thriller psicologico e morale il cui più alto vertice resta l’immaginario poema di Ivan che narra del confronto metaforico tra un Cristo tornato sulla terra e un vecchio inquisitore che crede che Egli si meriti il rogo.

Nella ricchezza di un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici di un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista di un viaggio inedito nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo) facendo precipitare Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale compone delle memorie allucinate eppure lucidissime. Accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le parole che pronuncia, Orsini dà corpo e voce ad una confessione straziata e commovente.

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