Teatro

Gli ultimi appuntamenti del FIT Festival

“Bogdaproste – che dio perdoni le tue morti” di Catherine Bertoni de Laet. © LAC – Luca Del Pia

Il Festival del Teatro e della scena contemporanea prosegue sabato 8 ottobre con la regista e drammaturga cilena Manuela Infante, che presenterà la prima nazionale di Cómo convertirse en piedra (ore 20.30, Sala Teatro LAC). Dopo l’esplorazione iniziata diversi anni fa, con Realismo e Estado Vegetal, Infante immagina un teatro non antropocentrico e non umanista, che contrasta con la nozione moderna di umanità come misura di tutte le cose. Al termine l’artista incontra il pubblico. Domenica 9 ottobre ritorna Luminanza – Reattore per la drammaturgia contemporanea (ore 14-18.30, Studio Foce), che presenta cinque nuovi testi teatrali scritti da giovani autrici e autori Under 35 della Svizzera italiana, esito di un anno di formazione in scrittura drammaturgica. Segue, sempre domenica, Bears (ore 20.30, Sala Teatro LAC) del collettivo olandese Wunderbaum, basato sul libro A Libertarian Walks into a Bear, che si interroga sull’utopia a partire dalla grande domanda: come la società definisce la libertà?

Lunedì 10 ottobre sarà la volta di Bogdaproste – che dio perdoni le tue morti (ore 19, Teatrostudio LAC, replica l’11.10 alle ore 20.30), prima prova registica di Catherine Bertoni de Laet, lavoro di cui è anche autrice insieme al coetaneo Francesco Maruccia. Lo spettacolo tratta di una tragedia familiare e riflette su questioni di identità e appartenenza. Nel delirio di un sogno che si confonde con la realtà, una madre straniera precipita nella ricostruzione di luoghi violenti e violati della sua memoria. Convinta di proteggere la cosa più sacra di cui è custode, dà fuoco alla sua stessa casa, mettendo in grave pericolo la vita dei suoi quattro figli. Convocati da una lettera per discutere del passaggio di un’eredità, a distanza di ventun anni ritroviamo i fratelli, cresciuti separatamente e ognuno di loro in rapporto diverso con il proprio passato. Parte da qui un’indagine non solo verso ciò che quei corpi hanno cancellato, ma anche nel rapporto che ciascuno di loro intende instaurare con quel rimosso. Lo spettacolo è prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura, ed è coprodotto da Emilia Romagna Teatro ERT /Teatro Nazionale.

Infine, il FIT Festival si chiude, lunedì 10 ottobre con la performance In the Middle of Nowhere (ore 20.30, Sala Teatro LAC, in olandese con soprattitoli in italiano e inglese) dell’artista belga Kristien De Proost, in collaborazione con il brasiliano Fred Araujo. La performance si concentra sul paradosso del centro: come le persone vogliono appartenere agli altri e allo stesso tempo distinguersi da loro. In the Middle of Nowhere è uno spettacolo in cui seguire la maggioranza rende la vita più facile; in cui le canzoni popolari diventano più popolari perché sono popolari; in cui la gente preferisce dare il potere a chi le assomiglia; in cui il pensiero critico è puramente economicamente in perdita perché richiede dal cervello potenza di calcolo e consuma più energia di quanta ne produce; in cui il centro si smarrisce mentre i bordi cambiano; in cui tutto comincia a muoversi.

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