Incontri

La poesia delle giovani generazioni

Fondate a Lugano all’inizio del terzo millenio, le piccole edizioni “Alla chiara fonte” di Mauro e Chiara Valsangiacomo hanno sempre prestato grande attenzione alla poesia, in particolare a quella delle giovani generazioni. In quest’ultima antologia, Respiri in divenire, si presentano le voci di nove giovani autori provenienti dalla Svizzera italiana, riuniti sotto un titolo che porta già con sé i segni di una possibile soluzione interpretativa: quelli del flusso e della trasformazione.

L’opera sarà presentata nella serata di martedì 7 febbraio alle 18.00 alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano. A moderare l’incontro sarà il responsabile della Biblioteca Pietro Montorfani e ci sarà anche una breve intervista all’editore Mauro Valsangiacomo, per poi dare spazio agli interventi dei poeti presentati nell’antologia.

Seppure in “stagioni” della vita diverse tutti gli autori del libro – Evan Bernasconi, Piera Biondina, Ottavia Bulloni, Marco Falchetti, Stefano Minotti, Enea Savio, Stefano Scandella, Serena Travaglini ed Estelle Vezzoli – hanno scelto di spostarsi dal Ticino (senza dimenticare l’origine) per questioni legate agli studi accademici: chi verso le Università di Friborgo, di Losanna e di Neuchâtel, chi verso un’esperienza oltre confine. Malgrado questa dispersione geografica, in tempi recenti i componenti del gruppo sono sempre più divenuti lettori l’uno dell’altro, condividendo tra loro dattiloscritti e abbozzi, come pure dubbi stilistici e interpretazioni testuali della propria ricerca poetica: è emersa così dal profondo la comune passione per la scrittura. Come in una sorta di successio naturalis all’interno di un progressivo moto d’accostamento, le voci si sono disposte concentrica- mente, e si sono riconosciute nella figura geometrica del cerchio, rifiutando qualsiasi rapporto di subordinazione, nella forma semmai di una pura, semplice amicizia (cioè nient’altro che quella «facoltà di raccogliere gli altri, e se stessi con gli altri, attorno a qualcosa», come ricordava Vittorio Sereni in un’intervista del 1975).

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