Fotografia

Le fotografie di Jeff Wall in mostra alla Fondation Beyeler

Jeff Wall, A Sudden Gust of Wind (after Hokusai), 1993. Transparency in lightbox, 229 x 377 cm, Glenstone Museum, Potomac, Maryland. © Jeff Wall

Apre il nuovo anno alla Fondation Beyeler un’esaustiva mostra personale dell’artista canadese Jeff Wall, la prima in Svizzera da quasi due decenni a questa parte. Avvalendosi di oltre 50 opere prodotte nel corso di cinquant’anni, l’esposizione copre l’intero spettro del suo lavoro pionieristico, dalle iconiche trasparenze montate in lightbox alle fotografie di grande formato in bianco e nero e alle stampe a colori inkjet. La mostra si concentra poi in particolare sulle creazioni degli ultimi vent’anni, tra cui fotografie mai esposte al pubblico. La rassegna nasce dalla stretta collaborazione con l’artista.

La mostra alla Fondation Beyeler prende il via nel foyer del museo con la giustapposizione di due opere iconiche risalenti al 1999. Morning Cleaning, Mies van der Rohe Foundation, Barcelona illustra i lavori di pulizia mattutini svolti nel famoso padiglione prima dell’arrivo del pubblico: un addetto è colto nell’atto di pulire la grande vetrata sul lato rivolto verso il giardino, scena normalmente preclusa al visitatore. A Donkey in Blackpool (1999) ritrae una semplice stalla dove un asino sta riposando. Le due opere mettono in dialogo due mondi socio-culturali assai diversi, benché ad un’attenta osservazione si evidenzino tratti comuni, per esempio il fatto che uomo e animale siano profondamente radicati nel luogo in cui si trovano. La mostra tutta è concepita come una sequenza di accostamenti e contrapposizioni che evidenziano risonanze tra temi, tecniche e generi diversi.

Sono in mostra molti dei lavori più noti dell’artista tra cui After ‹Invisible Man› by Ralph Ellison, the Prologue (1999/2000), che ricostruisce una scena tratta dal romanzo di Ellison (1952) e ritrae il giovane eroe nero del libro impegnato a raccontare la storia nel suo rifugio segreto in uno scantinato illuminato da esattamente 1369 lampadine. A Sudden Gust of Wind (after Hokusai) del 1993, una delle opere più grandi di Wall, è un adattamento contemporaneo di una stampa della serie di xilografie eseguite da Katsushika Hokusai 36 vedute del monte Fuji (1830–1832 ca.). Entrambi i lavori traggono origine da opere di altri maestri; Wall si prende la libertà di derivare i suoi temi da qualunque spunto accenda la sua fantasia, il che gli permette di spaziare da scene di vita quotidiana alla storia dell’arte, alla letteratura, al teatro e via via fino al cinema. A Sudden Gust of Wind (after Hokusai) è una delle prime opere in cui l’artista adotta tecniche digitali che consentono di assemblare una serie di negativi ottenendone un’unica immagine finale.

Presenti in mostra anche la maggior parte dei lavori recenti di Wall, perlopiù disposti in modo da contrastare decisamente con le immagini del primo periodo. Fallen rider (2022), che ritrae una donna appena disarcionata da cavallo, è appesa di fronte a War game (2007), dove tre ragazzi, apparentemente catturati durante un gioco di combattimento, giacciono a terra in una prigione improvvisata sorvegliati da un quarto giovane. Anche in Parent child (2019) una ragazzina si è distesa a terra, qui però nel bel mezzo di un marciapiede appena ombreggiato da un albero e sotto gli occhi di un uomo che verosimilmente è il padre. Come fotogrammi di un film, le raffigurazioni di Wall sembrano fissare un istante di un accadimento – il prima e il dopo restano ignoti. Sulla parete adiacente è collocato Maquette for a monument to the contemplation of the possibility of mending a hole in a sock (2023), che rappresenta un’anziana donna assorta nei suoi pensieri mentre tiene in una mano un ago da cucito e osserva un buco nel tallone consunto di un calzino color lilla. La rammendatrice sembra irreale, quasi un’apparizione che si interroga sulla capacità e la volontà della gente di riparare quanto è consumato, logoro o irreparabilmente danneggiato.

La mostra di Jeff Wall, alla Fondation Beyeler di Riehen, presso Basilea, è aperta al pubblico dal 28 gennaio al 21 aprile 2024, nei seguenti orari: tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18, mercoledì fino alle ore 20.

In cima