Un ponte tra cultura persiana e svizzera
Ha avuto un notevole, positivo riscontro la mostra di libri persiani tenutasi lo scorso 21 settembre a Lugano e promossa dall’Associazione IPI (“Insieme per l’Integrazione”): Si tratta del suo secondo progetto realizzato in Ticino. La mostra di libri persiani ha attirato un pubblico numeroso e interessato. L’iniziativa, promossa in collaborazione con le ACLI di Lugano e la Libreria Ferdowsi di Zurigo, ha rappresentato un importante momento di scambio culturale e di integrazione, riscuotendo grande apprezzamento sia dalla comunità locale che dagli ospiti provenienti da diversi Paesi d’immigrazione.
L’idea di organizzare questa mostra è nata dall’incontro tra Fouzie Rezavi, co-fondatrice dell’Associazione IPI (“Insieme per l’Integrazione”), e Mahnaz Shirdel, responsabile dell’Istituto Culturale Ferdowsi di Zurigo. Durante la mostra, i visitatori hanno potuto esplorare un’ampia selezione di libri in lingua persiana, che spaziavano dalla narrativa classica e contemporanea alle opere di autori internazionali tradotti in persiano, tra cui Albert Camus, Franz Kafka e Lev Tolstoj. Un vero e proprio ponte tra cultura persiana e svizzera.
Scrittori e animatori culturali
Uno degli eventi più attesi è stata la presentazione dei libri di tre scrittori persiani, che hanno condiviso le loro opere con il pubblico. Mohammad Wafa, insegnante alle Medie di Canobbio, che ha presentato quattro libri dedicati alla didattica matematica; Seyyed Ali Husseni, rinomato scrittore iraniano, che ha contribuito con i suoi lavori alla diversità letteraria della mostra; Ramadan Rahimi, giovane scrittore e attivista culturale afghano, che ha catturato l’attenzione con la presentazione del suo libro di poesie e l’album musicale All the Way, realizzato in collaborazione con Selina Maria Batliner. L’opera è stata pubblicata in tre lingue, e Rahimi ha emozionato il pubblico leggendo alcune delle sue poesie sia in persiano che in italiano.
Un altro evento molto apprezzato, che è seguito alla presentazione dei libri, è stato la serata di poesia, durante la quale giovani poeti e appassionati hanno avuto l’opportunità di esprimere i loro sentimenti, condividendo versi sui temi del dolore e della gioia. La serata è stata arricchita dalla performance musicale di Mahdi Rezayi e Nayeb Nayebi, che hanno eseguito melodie tradizionali afghane, creando un’atmosfera suggestiva e coinvolgente.
Fondata nell’aprile 2024, l’Associazione “Insieme per l’Integrazione” (IPI), si dedica alla promozione dell’integrazione dei migranti in Svizzera attraverso attività culturali, educative e sportive. Sebbene i suoi fondatori – Fouzie Rezavi, master di economia e comunicazione preso l’USI di Lugano, Mina Saber, attivista culturale e scrittrice, e Mohammad Wafa, ex professore dell’Università di Kabul e attuale insegnante di matematica a Canobbio – siano di origine afghana, l’associazione non è limitata a un solo gruppo etnico. Al contrario, si rivolge a migranti provenienti anche da Paesi come Ucraina, Siria, Somalia, Turchia ed Eritrea, promuovendo il dialogo interculturale e lo scambio di esperienze.
Un futuro di iniziative multiculturali
Il successo della mostra ha dimostrato l’importanza di iniziative culturali come strumento di integrazione e di comprensione reciproca. IPI, con il supporto delle istituzioni locali e di cittadini svizzeri che hanno collaborato alla sua fondazione, sta gettando le basi per futuri progetti simili, con l’obiettivo di creare una piattaforma stabile per l’inclusione dei migranti nella società svizzera. L’intera giornata è stata documentata e può essere rivista attraverso il sito dell’Associazione.
L’Associazione IPI ha dimostrato che l’integrazione non passa solo attraverso l’assistenza pratica, ma anche attraverso la cultura. Questo progetto non è solo un esempio di come i migranti possano condividere la loro ricchezza culturale con il resto della società, ma anche di come la Svizzera, con il supporto delle sue istituzioni, possa diventare un terreno fertile per lo sviluppo di progetti multinazionali che valorizzano la diversità.
Luigi Maffezzoli