“Una storia di arte e di poesia”, conferenza di approfondimento

Al Museo d’arte Mendrisio è in corso fino al 6 luglio la mostra Una storia di arte e di poesia. Arcangeli, Bertolucci, Biamonti, Isella, Orelli, Sereni, Tassi, Testori e i loro artisti. Otto tra i maggiori letterati italiani della seconda metà del Novecento, riveduti nelle vesti di critici d’arte. L’esposizione stabilisce un dialogo tra il gesto artistico e la parola degli otto “critici” affiancando alle opere esposte citazioni tratte dai loro scritti in un’adesione poetica e formale pertinente al contesto storico. Domenica 11 maggio alle ore 11.00 Simone Soldini, Claudio Spadoni e Giuseppe Frangi approfondiscono i contenuti della mostra in una conferenza dedicata.
La critica storico artistica italiana del Novecento ha avuto in Roberto Longhi una figura fondamentale e carismatica; figura imprescindibile per una generazione di “appassionati d’arte” – chi per professione o chi per passione – a partire dai tardi anni Trenta. Longhi è stato una figura studiata per le eccezionali qualità di storico dell’arte, ma anche per quelle, altissime, di scrittore. In un modo o nell’altro tutte le otto figure centrali che animano l’esposizione si rifanno alla sua lezione: la mostra prende spunto proprio dal noto principio di Longhi, «riconsegnare la critica, e perciò la storia dell’arte, nel cuore di un’attività letteraria». I testi raccontano, “traducono” in parole le opere di un folto gruppo di artisti. Ma non solo, essi ci conducono a un intreccio di situazioni che – con l’innesto dall’esterno di artisti prediletti – restituisce lo “spirito del tempo”.
Tutti gli otto protagonisti collaborarono con giornali, riviste, cataloghi, e il loro forte interesse per l’arte visiva è già stato approfondito caso per caso attraverso varie pubblicazioni che restituiscono un profilo completo della loro attività nel campo della critica, con il loro modo particolare di avvicinare l’artista contemporaneo e la sua opera: chi votato maggiormente a una vera e propria critica d’arte, chi invece assumendo i panni del conoscitore rimanendo fedele al proprio terreno letterario. Tutti, comunque, alla ricerca di quella “equivalenza” tra scrittura e immagine, di un “parallelo” o di un “rispecchiamento” tra poesia e pittura. Di grado diverso il loro coinvolgimento nella critica artistica: Francesco Arcangeli, Roberto Tassi e Giovanni Testori la vissero come attività principale, mentre per Attilio Bertolucci, Francesco Biamonti, Dante Isella, Giorgio Orelli e Vittorio Sereni fu secondaria. Ma nonostante le peculiarità di ciascuno, insieme rappresentano lo specchio di un tempo, e questo grazie anche ai legami di amicizia fra di loro e all’interesse, che spesso li univa, per gli stessi artisti.
Strada maestra della mostra è quella che porta dall’informale degli anni Cinquanta al nuovo figurativo degli anni Ottanta, ma la rassegna dà anche spazio, in ragione della qualità degli scritti, ad alcuni precursori e a indirizzi formali estremamente differenziati. Tutti e otto i protagonisti sono legati alle tecniche tradizionali: pittura e scultura; tutti e otto, salvo Biamonti, sono legati alla medesima area geografica, dalla Lombardia all’Emilia, e alle loro radici romaniche; tutti e otto sono legati ad artisti amici contemporanei della regione padana: Morlotti, Francese, Afro, Della Torre, Valenti, Melotti, Ruggeri, Moreni, Mandelli, Dobrzanski, con uno sguardo però sulle dovute eccezioni come Burri o Leoncillo, Guttuso o Guccione, e un altro rivolto ai “fari” di riferimento del tempo fuori dall’Italia: Bacon, Giacometti, Sutherland, De Staël, Fautrier, Wols, Klee, Hartung, Varlin, Mušic, fino ai Neuen Wilden testoriani.
Una storia di arte e di poesia è visitabile nei seguenti orari: Ma-Ve, 10-12 e 14-17 | Sa-Do e festivi, 10-18.
