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Villa Olmo Festival, il bilancio della prima stagione

Elio Jannacci (Foto: Alessia Santambrogio, Villa Olmo Festival)

Si è conclusa ieri, domenica 15 agosto, con lo spettacolo È bello perdersi. Tour d’Italie di Extraliscio, la prima edizione del Villa Olmo Festival, iniziata lo scorso 30 giugno.

Oltre 15’800 i visitatori che si sono registrati nei 47 giorni di programmazione, in cui si sono raggiunti picchi fino al 40% di turisti stranieri e in cui otto appuntamenti sono risultati sold out (la capienza massima consentita era di circa 950 spettatori). Il cartellone ha annoverato più di sessanta eventi realizzati da venti istituzioni e associazioni coinvolte e il supporto di undici sponsors e partners.

Malgrado il maltempo e le emergenze, sono state annullate solo quattro serate, in cui la pioggia non ha reso possibile andare in scena. Per due di queste (Moni Ovadia e il film Alida) è stata prevista la riprogrammazione all’interno del Festival in altre date.

Gli organizzatori dell’evento si reputano soddisfatti dell’esperimento, per cui Barbara Minghetti, direttrice della programmazione del Teatro Sociale di Como/ AsLiCo, partner principale del progetto, afferma: «La visione di un calendario unico, fuori dalle mura canoniche del Teatro si è concretizzata in questa prima edizione del Villa Olmo Festival, in cui tutte le più importanti realtà culturali del territorio si sono trovate a collaborare nel Parco della Villa […], con un’offerta artistica che è stata la più ampia possibile, per generi rappresentati (dal balletto alla tragedia greca, dalla musica classica a quella pop più seguita dagli adolescenti, dalle pellicole cinematografiche ai monologhi dei comici), per tipologia (in un’alternanza che ha visto protagonisti sia i beniamini del territorio che artisti di fama internazionale), per le atmosfere che ogni sera hanno vestito il palcoscenico, per la forbice di pubblico, che ha cercato di abbracciare spettatori di ogni età, provenienza, formazione. Non sono mancati i laboratori per famiglie e bambini, attività delle Scuole del Teatro, altre attività satelliti, tutte studiate e collocate in un momento ben preciso, in sintonia con tutto quello che era programmato anche in sedi limitrofe, in concerto con tutto il sistema territoriale. È stata un’intuizione coraggiosa, avuta con il Comune di Como, che si è concretizzata in pochi mesi, in piena sicurezza, per rispondere all’esigenza di una ripresa, che avesse il mordente giusto di una ripartenza».

 

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