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Visite culturali: aumenta la fiducia, ma gli istituti sono in crisi

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Un terzo della popolazione svizzera è disposta a riprendere le visite culturali senza ulteriori preoccupazioni. È quanto si evince dal sondaggio relativo al comportamento culturale condotto ad aprile di quest’anno, commissionato dall’Ufficio federale della cultura (UFC) e dal Segretariato generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (SG CDPE). Il sondaggio è stato realizzato dal 9 al 28 aprile sulla base di un campione rappresentativo composto da 1200 persone in tutta la Svizzera.

Inoltre, si evidenzia anche un ampio consenso per il sostegno pubblico al settore della cultura. Il sondaggio sulle istituzioni culturali è stato effettuato dal 16 aprile al 25 maggio 2021 sulla base di 398 istituzioni. Entrambi i sondaggi sono stati condotti dall’agenzia L’Oeil du Public (Suisse).

 

Comportamento culturale

Rispetto al secondo sondaggio di settembre 2020 è sensibilmente aumentata la propensione a riprendere le visite culturali. Mentre allora solo il 18% delle persone intervistate era disposto a visitare istituzioni o manifestazioni culturali senza grandi preoccupazioni, in aprile la percentuale era già salita al 30%, pur rappresentando ancora una minoranza.

Rispetto a settembre 2020 la popolazione desidera maggiormente riprendere le attività culturali. L’aspetto sociale risulta essere una componente decisiva per la frequentazione di manifestazioni culturali, in quanto le offerte digitali, in grado di soddisfare solo in parte le esigenze e le aspettative del pubblico, non possono sostituire un’esperienza dal vivo. Se i film in streaming e le serie hanno trovato il loro pubblico, altri tipi di offerte come conferenze, webinar o registrazioni di rappresentazioni teatrali hanno suscitato solo un modesto interesse, secondo una prospettiva a lungo termine.

Ben il 36% degli intervistati prevede di ridurre le spese per le visite culturali (rispetto al 55% nel settembre 2020). Solo il 55% degli intervistati in possesso di un abbonamento ha intenzione di rinnovarlo (rispetto al 69% nel settembre 2020).

 

Istituzioni culturali

In parallelo al terzo sondaggio demoscopico, per la prima volta ne è stato eseguito uno rivolto alle istituzioni culturali. Dal sondaggio si evince che queste sono state fortemente colpite dalla crisi pandemica. Il 79% (escluse le biblioteche) ha fatto ricorso al lavoro ridotto e / o ha richiesto un’indennità per perdita di guadagno. Il 41% delle istituzioni che offrono degli abbonamenti ha registrato in media un calo del 35% degli abbonati per la stagione 2020/2021.

In molte istituzioni culturali la crisi ha accelerato la trasformazione digitale. Il 47% ha ampliato l’offerta digitale durante la pandemia, il 45% vuole mantenere l’offerta anche in seguito o ampliarla ulteriormente. Le biblioteche danno prova di notevole dinamismo: Il 75% disponeva di offerte digitali già prima della crisi, l’80% ha intenzione di mantenerle o ampliarle.

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